Un’amara scoperta che è il segno di una altrettanto amara realtà: l’economia digitale in Italia è ancora un concetto talmente “vago” da non avere nemmeno la “dignità” di una voce su Wikipedia. Digital economy esiste eccome nella sezione globale, con tanto di storia, impatti del fenomeno, aree di competenza e di sviluppo. Esiste économie numerique nella Wikipedia francese, Internetökonomie in quella tedesca, Economia digital in quella spagnola. Insomma abbiamo fatto – come spesso accade quando si parla di innovazione – la figura degli ultimi della classe.
La nostra Wikipedia presenta due voci che hanno già fatto il loro tempo considerata la velocità a cui corre persino la creazione dei neologismi: new economy e rivoluzione digitale, la prima legata alla “bolla” di Internet, ormai “storia” del web, e la seconda al mondo dei media. Nessuna delle due è dunque in grado di spiegare, almeno a grandi linee – ed è quello che ci si aspetta da Wikipedia – cosa sia l’economia digitale. Eppure il nostro Paese si gioca molto del suo futuro proprio sulla digital economy a cui fa capo peraltro la cosiddetta quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0) su cui il ministro dell’Economia Carlo Calenda intende impostare gran parte della strategia legata all’innovazione in particolare del manifatturiero.
Che cos’è l’economia digitale
L’economia digitale è basata sulle tecnologie informatiche che ne rappresentano il pilastro. Ossia è l’economia che ruota attorno al digitale. Qualcuno accosta l’economia digitale all’Internet economy o alla Web economy ma di fatto l’economia digitale ha un raggio molto più ampio rispetto a quello della Rete, visto che fanno parte della digital economy anche strumenti hardware e software. Il primo a parlare di Digital Economy è stato nel 1995 Don Tapscott nel libro, divenuto presto un best seller, “The Digital Economy: Promise and Peril in the Age of Networked Intelligence”. Dopo di lui numerosi gli studiosi, gli economisti e gli specialisti mondiali che si sono dedicati ad analizzare un “fenomeno” tutto in evoluzione.
Quanto vale l’economia digitale
Secondo le stime messe nero su bianco da Boston Consulting nel rapporto Digitalizing Europe il Digital Single Market consentirebbe di accrescere il Pil dell’Unione europea di 415 miliardi l’anno. Una cifra da capogiro che fa il paio con il +40% di crescita stimato di qui al 2020 per quei Paesi che si voteranno all’economia digitale.
Come diventare “campioni” digitali
Nonostante i numeri della digital economy siano rivisti continuamente al rialzo e nonostante le politiche perseguite da gran parte dei governi delle economia sviluppate (e non solo) per cavalcare l’onda e ottenere benefici dal digitale, la strada è ancora lunga. Secondo una survey realizzata da Sap nell’era in cui l’IT transformation distingue un leader di mercato da un’azienda “qualunque”, solo il 16% delle aziende può essere annoverato fra i cosiddetti “digital winners”, i campioni digitali. Ma come si fa a diventare campioni digitali? Le indicazioni sono state elaborate dalla stessa Sap nel report “Leaders 2020” – realizzato a seguito dei risultati della survey – secondo cui le azioni da mettere in atto sono poche ma precise.
Tanto per cominciare le tecnologie digitali devono essere pienamente “abbracciate” ossia adottate per gestire la comunicazione e ancor più processi e altre attività che possono essere migliorate. I dati, ossia le informazioni, devono divenire pilastro di qualsiasi strategia, se non addirittura l’asset portante. E non a caso è sui big data che sono puntati i riflettori di gran parte delle maggiori organizzazioni mondiali. Dotarsi di un team “tech” è indispensabile così come fornire ai dipendenti le strumentazioni più evolute aggiornandole al passo con l’evoluzione tecnologica o quantomeno senza generare “gap”. Queste azioni, da sole, sarebbero in grado di innescare la rivoluzione digitale andando ulteriormente a rimpolpare i numeri dell’economia digitale. Eppure, evidenziano i ricercatori Sap, la maggior parte delle aziende non sta lavorando in questa direzione e non sarebbe dotata delle competenze necessarie quantomeno ad “avviare” la macchina.
Quanto si guadagna come Digital leader
Secondo l’analisi Leaders 2020 i digital leaders registrano performance economiche più elevate: il 76% dei manager che rientra nella definizione ha registrato un significativo aumento del fatturato e degli utili, rispetto al 55% del campione totale. Fra i benefici anche la soddisfazione e il forte senso di inclusione dei dipendenti – i collaboratori dei digital leader si dichiarano più soddisfatti del proprio lavoro (87%) rispetto agli altri manager (63%) – nonché una maggiore cultura inclusiva e forte leadership, considerato che i dipendenti dei digital leader preferiscono mantenere la propria posizione anche in presenza di altre offerte di lavoro, circa il 21% in più rispetto agli altri manager.
I settori “forti” dell’economia digitale
Finanza, salute e manufacturing sono i tre settori considerati più promettenti in termini di impatto sull’economia digitale. Saranno queste tre aree – evidenzia Idc – a registrare la principale crescita. Stando alla società di analisi le revenue mondiali dell’Information technology cresceranno del 3,3% di qui al 2020 passando dai 2,4 trilioni stimati per fine 2016 ai 2,7 del 2020.