Nga, sulle regole europee le telco soddisfatte a metà

Approvazione con “riserva” da parte di Etno ed Ecta. L’associazione rappresentativa delle big telco punta il dito contro le modalità legate ai costi di accesso. E secondo gli Olo la mancanza di obblighi per le Authoriy nazionali potrebbe sortire tariffe wholesale troppo elevate. Intanto il Beuc si spinge oltre: la banda ultralarga va inserita fra i servizi universali

Pubblicato il 21 Set 2010

Una Raccomandazione non vincolante. Che di fatto non dà alla
Commissione europea il potere di intervenire con obblighi di sorta
contro i regolatori “recalcitranti”. Un provvedimento dunque
che nella sostanza rischia di rimanere sulla carta in molti Paesi o
quantomeno di non essere preso alla lettera.

È su questo “nodo” che i giornalisti presenti alla conferenza
stampa di presentazione della Raccomandazione Nga (nell’ambito
del pacchetto di misure sulla banda larga) hanno chiesto di fare
chiarezza al Commissario all’Agenda digitale Neelie
Kroes.
Ma le risposte non sono arrivate. In compenso ci
hanno pensato le due associazioni di settore, l’Etno e l’Ecta,
la prima rappresentativa delle big telco e la seconda degli Olo a
esprimersi in materia. E non sono mancati commenti anche dagli
operatori di Tlc.

L’Etno pur apprezzando il lavoro svolto e
plaudendo all’arrivo dell’atteso testo che per la prima volta
offre ai regolatori nazionali uno strumento operativo in materia di
regolamentazione dell’accesso alle reti di nuova generazione non
concorda su alcune misure adottate dalla Commissione.
“L’applicazione sistematica di obblighi di accesso basati sui
costi non è appropriata per l’accesso alle reti Ngn e non
garantisce lo sviluppo di un mercato ad alta competitività”, si
legge sulla nota emessa dall’associazione.

Anche l’Ecta ha avuto da ridire. Nonostante il
testo finale della Raccomandazione approvato dalla Commissione
abbia “corretto” il tiro rispetto alla versione proposta
inizialmente tenendo in considerazione soprattutto le esigenze
degli Olo, e nonostante sia “finito il periodo di vacanza
regolatoria” – si legge sulla nota emessa dall’Associazione –
gli operatori alternativi non sono pienamente soddisfatti. “Gli
operatori dominanti dovranno aprire le loro reti in nome della
competizione ma se i regolatori nazionali non saranno in grado di
applicare le giuste tariffe di accesso, per gli operatori
alternativi la partita potrebbe diventare troppo costosa”, recita
una nota dell’Associazione che punta il dito proprio contro la
mancanza di obblighi per le Authority locali. “Stabilire un
canone wholesale equilibrato per le nuove reti in fibra è
fondamentale anche per sortire i benefici per i consumatori, in
termini di accesso ai nuovi servizi broadband, alla base
dell’emanazione della Raccomandazione”, puntualizza il chairman
di Ecta Hubertus Von Roenne.

Da parte sua il Beuc, l’organizzazione europea
che rappresenta i consumatori, invita i regolatori nazionali alla
massima prudenza. “Devono operare con l’obiettivo di sortire
benefici per i consumatori finali. Se così non sarà lo
dimostrerà la mancata diffusione dei servizi”, sottolinea
Monique Goyens, direttore generale del Beuc. L’Organizzazione
suggerisce di includere i servizi ultrabrodband in quelli
regolabili nell’ambito della Direttiva sul servizi universali.
“Ciò consentirebbe di accelerare sugli obiettivi dell’Agenda
digitale che mirano a portare il broadband a tutti i cittadini
europei”.

Pienamente in linea con la decisione della Commissione è il numero
uno di Telecom Italia Franco Bernabè:
“L’azione della Commissione europea a sostegno dello sviluppo
della banda larga è da accogliere con grande favore. I documenti
resi pubblici ieri fissano obiettivi ambiziosi e condivisibili,
oltre che definire alcune regole per il settore che incentiveranno
gli investimenti nelle reti sia fisse sia mobili.”  "Le
Autorità nazionali avranno un compito fondamentale: quello di
verificare i contesti geografici di sviluppo del mercato calibrando
di conseguenza le regole di accesso in modo da armonizzare i
principi della raccomandazione al contesto locale. Assume
particolare rilievo anche il riconoscimento da parte della
Raccomandazione, di alleggerire gli obblighi di orientamento al
costo nei contesti, come quello italiano, in cui è assicurata la
cosiddetta equivalence of access.”

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