La trasformazione radicale in atto nel mondo dei pagamenti è un dato di fatto che procede di pari passo con le trasformazioni dell’intera economia innescate dall’avvento del digitale. L’evento Digital Payment Revolution (anche su #socialwall e Storify) organizzato da CorCom oggi a Roma ha fatto il punto sulle opportunità per le imprese, per le istituzioni e per i technology providers, nella prospettiva di uno sviluppo del business dei pagamenti digitali.
In Italia i pagamenti digitali hanno raggiunto quota 175 miliardi nel 2015; di questi l’88% sono tramite carta di credito nei negozi, il 12% sono “New Digital”, cioè pagamenti via Pc, tablet, Mobile e in negozio con carte contactless o su Mobile POS, per un valore di 21,5 miliardi di euro, cresciuto del 22% in un anno, come ha svelato l’Osservatorio Mobile Payment del Politecnico di Milano. “Siamo partiti in ritardo ma cresciamo a ritmi più alti dell’Europa”, ha sottolineato Gildo Campesato, direttore responsabile di CorCom aprendo i lavori del convegno. “Nel 2018 è previsto un valore di 246 miliardi di euro per il digital payment: la forchetta con i pagamenti cash si riduce. Ciò non toglie che l’Italia resta il paese del contante, con tassi di utilizzo della moneta digitale inferiori a tutti i paesi Ue tranne la Grecia. E’ ora di colmare il ritardo perché anche la trasformazione nei pagamenti contribuisce alla trasformazione del paese”.
Come sta andando dunque questo 2016: l’Italia sta recuperando posizioni? “La crescita è simile a quella registrata nel 2015 e arriveremo a circa il 24% dei consumi degli italiani rappresentato da pagamenti digitali per un valore totale di 190 miliardi di euro nel 2016: ottimo risultato, ma restiamo ancora indietro all’Ue e al resto del mondo“, ha indicato Valeria Portale, Direttore Osservatorio Mobile Payment & Commerce. C’è un dato positivo però: agli italiani piace l’innovazione. I pagamenti del segmento “New Digital” crescono a ritmi più alti di tutti gli altri segmenti. “Il New Digital è il traino”, conferma la Portale, “un dato importante perché include l’utilizzo del mobile sia per l’acquisto che per il pagamento, e il P2P, il trasferimento di denaro tra più persone, e il P2B, trasferimento tramite cellulare da privato a merchant”. Inoltre, è positivo quest’anno l’apporto della piattaforma PagoPa della Pubblica Amministrazione nel dare una spinta alla crescita dei pagamenti digitali.
Importante la componente e-commerce su mobile, che vale il 15% del transato su smartphone, e l’apporto del mobile remote payment ai pagamenti per le soluzioni di mobilità urbana: biglietto della metro, parcheggio pubblico, car sharing, e così via. Nel 2015, per esempio, 3 milioni di ore di sosta nei Comuni sono state pagate da cellulare e così 5 milioni di corse del car-sharing; nel 2016 la crescita continua e sempre più città abilitano questo strumento.
In Italia cresce anche l’uso della modalità di pagamento da smartphone con tecnologia NFC e con mobile POS: a fine 2016 si prevedono oltre 750mila POS contactless sul totale installato, pari al 40% dei POS in circolazione; l’Osservatorio calcola che esistono 30 milioni di carte contacless e 1 transazione su 30 è contacless. Il 40% di chi possiede un cellulare ha la tecnologia NFC. “Certo, siamo nell’ambito dei micropagamenti”, osserva la Portale: “Per gli acquisti più consistenti viene preferita la carta. Inoltre restiamo indietro sul proximity payment“.
In Italia ci sono anche 80mila POS sono abilitati al P2P e stanno nascendo diverse start-up che guardano con interesse al settore. Ovviamente si tratta di un’industria trasversale, che coinvolge banche, telco e attori del mondo hitech: “L’arrivo sul mercato dei big (Apple Pay, Android Pay) cambierà sicuramente gli equilibri, ma darà anche una forte spinta all’adozione dei pagamenti digitali“, ha concluso la Portale.