Un piano che finalmente dota il Paese di una strategia digitale in grado di stomolare la ripresa. Le associazioni dell’Ict plaudono dunque alle azioni del governo su Industria 4.0. “Con il piano del Governo Industria 4.0 il Paese si è finalmente dotato di una strategia per la trasformazione digitale delle imprese italiane, così come la filiera delle Telecomunicazioni sollecitava da tempo – commenta Dina Ravera, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel – E’ cruciale, infatti che al grande sforzo di investimenti sulle infrastrutture a banda ultra larga fissa e mobile da parte degli operatori, corrisponda un altrettanto significativo incremento della domanda, che porti l’Italia sui livelli di utilizzo della rete paragonabili a quelli dei principali paesi europei”.
“A questa esigenza il piano governativo offre una risposta articolata che si preoccupa sia di incentivare direttamente gli investimenti digitale delle imprese che di sostenere i processi di trasformazione con misure di natura strutturale sulla formazione e sul lavoro – prosegue Ravera – In particolare consideriamo centrali da una pare il tema degli stanziamenti per i percorsi di alternanza scuola-lavoro indispensabili per produrre nuove competenze e figure professionali che siano in grado di interpretare al meglio il cambiamento. Dall’altra vi sono le agevolazioni fiscali sul salario di produttività e l’accento sul valore della contrattazione aziendale. E’ questa la via giusta per sostenere le imprese che intraprendono processi di trasformazione digitale, con l’obiettivo di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità”.
Per la presodente di Asstel “anche l’azione amministrativa dovrebbe seguire la stessa direzione, sbloccando le linee guida sulla rilevazione delle emissioni elettromagnetiche, previste dal decreto Crescita 2.0, che il settore attende da più di tre anni”.
Soddisfazione è espressa anche da Cristiano Radaelli, Presidente Anitec, l’associazione confindustriale dell’Ict e dell’elettronica di consumo. “Tredici miliardi di incentivi fiscali, l’incremento dell’aliquota dell’iperammortamento al 250% dall’attuale 140% per i beni legati alla manifattura 4.0 e del credito di imposta per ricerca e innovazione, contenuti nel piano presentato dal ministro Calenda e dal premier Renzi sono elementi importantissimi per rilanciare l’economia e l’industria italiana”, evidenzia Radaelli.
“Da aggiungere poi la notizia positiva – aggiunge Radaelli – delle detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti in start-up fino a 1 miliardo di euro. Sono misure concrete molto apprezzate per il rilancio non solo manifatturiero, ma di tutto il potenziale industriale italiano”.