“Siamo di fronte a un set di gomitoli in cui norme nazionali e Ue si intrecciano mentre la tecnologia corre per conto suo”: lo ha detto Domenico Gammaldi, Codirettore Servizio Supervisione Mercati e Servizi di Pagamento, Banca d’Italia, chiudendo i lavori dell’evento CorCom Digital Payment Revolution oggi a Roma (qui lo storify dell’evento). Insomma, le normative potrebbero non essere veloci come le evoluzioni tecnologiche, “ma i sistemi discussi oggi sono tutti diversi: Instant payment, wallet, P2P”, ha sottolineato Gammaldi. “Esistono tutti in Europa e in Italia ma non dobbiamo confonderli tra loro”.
Sul tema dell’interoperabilità pure Gammaldi ha qualche notazione da fare: “E’ un concetto corretto, ma l’interoperabilità tra P2P è complicata se ogni banca del mondo ne ha uno. E non credo sia nemmeno una la priorità”. La sicurezza invece è il nodo chiave, ha aggiunto Gammaldi: “E’ il mantra del regolatore (EBA) e se ne parla da anni nella forma di strong customer authentication e sicurezza dei dati personali”.
Su SPID Gammaldi condivide invece i commenti positivi: “E’ uno strumento con cui per la prima volta siamo un pezzo avanti a tutti. Rappresenta un ottimo business model per la Pa, ora dobbiamo trovare un business model non per far nascere SPID per i privati”.
Passo successivo? “Fermarsi a pensare e guardare al futuro. E mentre EBA e BCE lavorano su Blockchain e cercano di capire se Bitcoin è utilizzabile, intanto questo dibattito ci aiuta ad affrontare un tema fondamentale: l’integrazione dei sistemi del mondo finanziario e la governance“.
Per Gammaldi, infatti, la governance dei nuovi servizi di pagamento è fondamentale quanto la sicurezza o l’integrazione: “Dobbiamo capire se è immaginabile affidare le nostre informazioni a Blockchain e se si può avere una governance di efficientamento di queste soluzioni”.
Gammaldi ha ricordato infatti che il regolatore pensa anche in termini di bene pubblico o consumo di risorse: “Banca d’italia guarda sempre alle soluzioni tecnologiche, non per adottare un approccio graduale – così sembra che ce ne laviamo le mani – ma perché c’è un bene che dobbiamo tutelare. Perché quando poi succede qualcosa tutti si chiedono: chi li controllava? perché nessuno mi ha avvisato?”.