La seconda edizione del Samsung Business Summit si è rivelata l’ennesima occasione per ribadire i temi della trasformazione digitale in Italia. Una trasformazione che si muove per quanto riguarda l’impresa su tre direttrici: la capacità di visualizzare nuovi modelli di sviluppo, l’opportunità di sfruttare connettività e bit per rimodellare e riaggregare settori e filiere, l’impegno nel ridurre la complessità del sistema. Sul palco allestito ieri a Villa Gernetto, a Lesmo (MB), si sono alternati clienti e partner italiani del colosso dell’elettronica di consumo, che con sempre maggiore interesse rivolge il proprio sguardo al versante enterprise. L’obiettivo? Cavalcare l’onda dell’IoT e dell’always on in ambito industriale come nelle applicazioni dedicate a smart home e smart city. “La nostra missione è portare l’innovazione digitale in un mondo che ha sempre più i tratti di quello consumer”, ha confermato Carlo Barlocco, numero uno di Samsung nella Penisola. “Attraverso design ed esperienza d’uso, la tecnologia deve essere per tutti i professionisti un abilitatore di connettività, uno strumento di semplificazione della complessità aziendale e un asset per cogliere le opportunità offerte dal mercato digitale”.
Uno sforzo che dovrà mitigare una situazione di generale ritardo. “Tutti gli elementi del sistema Italia sono indietro: dal business al consumer, dal pubblico al privato, passando per le infrastrutture e il capitale umano. Le metriche che misurano l’innovazione ci pongono infatti al 24esimo posto nella classifica dei 27 Stati membri dell’Unione europea”, ha notato François de Brabant Senior advisor TMT area Ernst & Young. “È necessario reagire se vogliamo davvero cogliere il reale valore che Internet e smartphone hanno portato nell’era del cittadino-consumatore. Se le imprese riescono a capire fino in fondo l’impatto che le tecnologie digitali hanno avuto sui costi della distanza e cominciano a sfruttare le logiche dell’Industry 4.0 per collegare le diverse filiere, affrontando allo stesso tempo i rischi legati a Big data e cyber security, avranno di fronte a sé nuovi territori da esplorare nell’ambito della sharing economy e dell’economia dei dati. Senza contare che il digitale concorre a ottenere la rottamazione della burocrazia”.
Tre gli use case che Samsung ha condiviso con la platea, tre progetti all’insegna di un cambiamento di paradigma culturale supportato dalle soluzioni tecnologiche. Maurizio Di Robilant, presidente della Fondazione ‘Italia Patria della Bellezza’ ha presentato i progressi delle iniziative varate nel 2015 con le quali intende ricostruire l’identità competitiva del nostro Paese per l’appunto sul concetto di bellezza, da trasmettere attraverso multimedialità e interazione con pubblico internazionale e stakeholder nazionali. Fulcro del programma è un portale su cui attività per lo sviluppo di imprese e turismo, funzioni di e-commerce e strategie di story telling incrociate puntano a unificare il territorio e a renderlo fruibile innanzitutto dai device, che diventano chiavi d’accesso a luoghi fisici ed esperienze (dalle visite ai musei a workshop presso artigiani e laboratori), ma anche a personaggi, prodotti e servizi. “Ci rivolgiamo a un target di età compresa tra i 25 e i 45 anni, di cultura mediamente alta e abbiente, è il bacino di visitatori di cui il nostro Paese ha bisogno”, ha detto Di Robilant sottolineando che per rendere il progetto realmente efficace sul territorio sarà necessario un coinvolgimento diretto delle pubbliche amministrazioni.
Luca Pronzati, Chief Strategic Development & Sales Services Officer di MSC Crociere, ha invece spiegato come sta procedendo la partnership strategica con Samsung che punta a costruire un’esperienza digitale a bordo delle 11 navi che verranno varate nei prossimi dieci anni. “Lo Smart ships program prevede investimenti per nove miliardi di euro e sfrutterà wearable e soluzioni di intelligenza artificiale per avvicinare i passeggeri alle strutture delle navi, che ormai assomigliano sempre più a vere e proprie città galleggianti: conoscerle e fruirle sarà più semplice grazie alle mappe e ai sistemi di prenotazione on line. L’ostacolo maggiore non è rappresentato dall’installazione della tecnologia, che di fatto è un puro fattore abilitante, ma dal cambiamento dell’organizzazione e delle procedure. I nostri collaboratori sono abituati a trattare il cliente in maniera tradizionale, da domani arriveranno richieste di supporto da gestire in maniera completamente diversa”.
La rivoluzione sarà ancora più netta per Enel, che da produttore e distributore di energia si sta trasformando in fornitore di soluzioni per la smart home e la smart mobility: Nicola Lanzetta, responsabile del mercato Italia, ha anticipato durante il summit alcuni elementi dell’offerta che sarà lanciata a novembre, grazie alla quale i clienti potranno visualizzare e gestire da un’unica applicazione non solo gli smart meter e i consumi elettrici, ma anche la sicurezza della casa, i programmi di loyalty e i rapporti con retailer – disintermediati da Enel tramite una piattaforma ad hoc – per la spesa on line. Sul piano della mobilità sostenibile e nell’ambito del progetto E-go, il gruppo punta a replicare a Milano la partnership avviata in Lazio con l’università Roma 3 per la realizzazione di una flotta di auto elettriche a disposizione di docenti e studenti, allargando così il parco di 2 mila infrastrutture di ricarica presenti sul territorio nazionale. E poi c’è l’approccio Vehicle to grid, che consentirà di utilizzare, quando non in movimento, le batterie dei veicoli a emissioni zero per alimentare i dispositivi di case e imprese. “Un’automobile viene utilizzata solo per il 6% del tempo”, ha detto Lanzetta. “Quando è ferma può essere ricaricata nelle ore in cui l’energia costa meno e utilizzata quando le tariffe aumentano. Possono sembrare modelli di business complessi, ma la verità è che oggi è decisamente più facile ed economico investire su queste tecnologie che tentare modifiche sui CRM. I tempi di erogazione di servizi simili sono inferiori del 30% rispetto agli apparati tradizionali”.