IL PIANO

L’Industria 4.0? Metamorfosi in vista per il Paese

Il piano Calenda ha l’ambizione di trasformare alla radice i modelli di produzione, il mercato e l’occupazione. Bianchi (Confindustria): “Smart manufacturing determinante anche per la sostenibiità ambientale”. Baban (Piccola Industria): “In Italia troppe aziende B2B, ma quelle vincenti sono B2C come in Germania”

Pubblicato il 23 Set 2016

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“Il tema dell’Industria 4.0 ha un primo grande merito, quello di aver riportato l’industria al centro del dibattito, perché l’industria è fondamentale per la crescita del Paese”. Lo ha detto Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche Industriali Confindustria al convegno organizzato a Padova ”La Fabbri-gitale del futuro”.

“La rivoluzione 4.0 è la quarta rivoluzione industriale, quella della digitalizzazione, che necessita di un nuovo approccio e ha caratteristiche particolari: a differenza delle rivoluzioni precedenti non si basa su una sola innovazione trainante, bensì ha un ampio spettro di tecnologie (device, big data analytics, iot, cloud manufacturing, automation,..) che possono essere combinate in modo diverso in base alla destinazione – ha spiegato – ha un impatto lungo l’intera filiera, un’innovazione trasversale e una pervasività più ampia; immette nel processo nuovi fattori che danno vita all’economia della conoscenza; puó rappresentare un elemento determinante per lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale”.

“Sono necessarie strategie di governo che permettano di muoversi in maniera congiunta e nuovi paradigmi di politica industriale che abbiamo lo sguardo proiettato al futuro: va ridisegnato il rapporto tra pubblico e privato e, sempre tenendo conto del contesto italiano, si puó prendere esempio da piani industriali di paesi come Olanda, Usa e Cina che puntano su strategie di medio-lungo termine e dove vengono integrati industria-servizi-ricerca”, ha avvertito.

“Grazie al nuovo piano del governo e alle banche di sviluppo è possibile l’attuazione della rivoluzione, ma deve essere presente anche un cambiamento più profondo che comprenda la riqualificazione delle figure professionali e la formazione di nuove figure, fondato sulla collaborazione tra sistema-imprese e sistema-università”, ha concluso.

“L’industria 4.0 è la metamorfosi del mercato, dell’industria, degli imprenditori e dei lavoratori – ha sottolineato Alberto Baban, presidente Piccola Industria di Confindustria È necessario capire quale sia la modalità di visione per capire di cosa ha bisogno il mercato e come possiamo quindi soddisfarlo . L’industria 4.0 richiede un approccio diverso: informazione costante e preventiva, altrimenti si è fuori dai giochi. In Italia ci sono troppe aziende B2B (siamo il primo Paese per numero di aziende B2B) mentre ormai le aziende vincenti sono quelle B2C, come ci insegna la Germania”.

“È fondamentale saper interpretare le esigenze del mercato per farcela, perchè non è il fatturato dell’azienda a fare la differenza, bensì la capacità di usare le tecnologie per cambiare e innovare i modelli produttivi, la flessibilità e la capacità di rispondere nel modo giusto al mercato, ha concluso.

Per Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia e Finanze, “innovazione, ricerca, formazione e politica industriale sono qualcosa di cui si discuteva da tempo e che oggi accade, un processo che con oggi si concretizza. Tutta la società è completamente immersa in questa profonda quarta rivoluzione, che possiamo definire anche più intensa delle rivoluzioni che l’hanno preceduta”.

“Siamo pieni di potenzialità ma abbiamo anche un gap da superare, però già il fatto di riconoscerlo è il primo passo per superarlo. La crisi ha prodotto un orizzonte corto, debilitando l’attitudine al rischio, ma ora proviamo a vivere la crisi come un momento di cui lasciarsi andare e guardare al futuro – ha spiegato – Possiamo parlare di distretti tecnologici e grazie alla tecnologia esiste una nuova condizione che comporta la capacità di essere coinvolti in questo cambiamento – ha sottolineato Baretta – Viviamo in una società fordista ma ora guardiamo al futuro grazie all’industria 4.0, che ci permette di fare un salto di qualità grazie a collaborazione e centralità della persona”.

Per Baretta “c’è bisogno di un elemento qualificante che metta in moto la fiducia, che scatta solo se c’è un messaggio unificante in grado di aggregare desideri diversi verso lo stesso obiettivo, e questo elemento può essere l’industria 4.0”. “Il Governo ha lanciato un’idea e una piattaforma e ha messo delle risorse, ma – ha ribadito – ora diventa una questione di territorio, è necessario coinvolgere gli enti locali per l’infrastrutturazione digitale di quel territorio. Padova è stata inserita nel piano del governo perché il Veneto è tra i primi a livello europeo nel manifatturiero, nel turismo e nella logistica e deve essere protagonista di questa rivoluzione che rappresenta una straordinaria occasione per tutto il Paese”, ha concluso.

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