Il G7 e l’Italia hanno deciso di intraprendere un “percorso sfidante”, “che dovrà permettere allo stesso veicolo di viaggiare nello stesso modo in tutti i paesi: quindi, standard per l’interoperabilità dei sistemi stradali e dei veicoli al di là dei confini nazionali e continentali, aumento della qualità delle infrastrutture, armonizzazione delle leggi, maggiore efficienza economica, capacità di generare crescita da parte dell’intero sistema”. Così Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, presenta il gruppo di lavoro creato dal G7 sulle smart road e la mobilità digitale, al termine del summit che si è concluso il 25 settembre a Karuizawa, in Giappone, con la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc e presieduto dal Ministro Keiichi Ishii.
“L’Italia è nella giusta direzione per l’innovazione tecnologica delle infrastrutture al centro del G7 Trasporti – aggiunge Delrio – Dal tema della guida autonoma posto dal primo G7 in Germania, la Presidenza giapponese ha posto il tema delle strade rinnovate e intelligenti, con le quali veicoli sempre più autonomi dovranno mettersi in dialogo”.
“Fondamentale sarà per i nuovi veicoli che le strade siano di qualità – prosegue Delrio – e questo dice che la scelta compiuta dal nostro governo di procedere con manutenzioni profonde e intelligenti di strade e viadotti affidati ad Anas e anche ad altre concessionarie non è solo un atto dovuto dopo anni di incuria, ma anche un atto che prepara a far viaggiare veicoli sempre più tecnologici che scambiano e ricevono informazioni dall’esterno mentre sono in moto”.
Quanto all’esigenza di norme comuni su scala internazionale, “La struttura tecnica di missione del ministero sta già lavorando da tempo a uno standard nazionale sulle smart road – sottolinea Delrio – e questa è un’esperienza che porteremo al tavolo di lavoro del G7”.
Ma cosa ha spinto il governo a imboccare questa strada? Questo processo, spiega Delrio, che coinvolge decisori politici, centri di ricerca, industrie, università, “può essere generatore di una economia nuova. Se le infrastrutture migliorano la sicurezza e riducono il rischio, permettono trasporto sostenibile, turismo e lavoro, vedono nelle infrastrutture possibili effetti stock sulla crescita, diventano una occasione di ricerca e sviluppo“.
“Abbiamo introdotto la pianificazione nazionale per logistica, strade, autostrade e porti – continua – mettendo al centro le opere in base alla loro utilità, non alla loro dimensione, evitando l’overdesign, cioè il sovradimensionamento e lo spreco di risorse, favorendo soluzioni efficaci dal punto di vista economico e l’intermodalità”.
In vista del prossimo G7 dei trasporti che si terrà in Italia nel 2017 “abbiamo proposto – aggiunge Delrio – di affrontare i temi della sostenibilità sociale delle infrastrutture, trattando del terzo pilastro della ‘crescita’ indicata da Europa 2020, sostenibile, intelligente, inclusiva. Un tema di grande attualità accolto favorevolmente dai Ministri: dalla mobilità come diritto per tutti, alle connessioni tra centri e periferie, Nord e Sud, per pari opportunità, una nuova cultura responsabilizzante della progettazione, il dibattito
pubblico, i social per la condivisione”.