“Questa violazione è solo l’ultima di una serie che ha avuto ricadute sulla privacy di milioni di consumatori Usa negli ultimi anni, ma è la peggiore”. L’ultima grana per l’amministratore delegato di Yahoo, Marissa Mayer, arriva direttamente dal senato statunitense. Dopo le proteste degli utenti in seguito alla bufera dell’attacco hacker che ha compromesso 500 milioni password e messo a rischio i dati circa 1 miliardo di utenti, sul tavolo del board della Internet company piomba una lettera dai torni aspri firmata da sei senatori degli Stati Uniti. Sotto accusa i ritardi “inaccettabili” nella gestione del più grave cyber-attacco mai subito da una compagnia, reso noto solo a due anni di stanza da quando è stato effettuato.
“I consumatori si fidano delle società quando condividono con loro informazioni personali o sensibili e si aspettano che sia fatto tutto il possibile per tutelare quelle informazioni”, sottolinea la lettera. Le risposte che arriveranno da Mayer sono attese non solo dagli utenti e dalla politica a stelle e strisce, ma anche da Verizon che ha acquisito i servizi core di Yahoo a luglio per 4,8 miliardi. Per ora l’attuale Ad è stato confermato al timone ma la vicenda dei dati rubati potrebbe accelerare il cambio al vertice. Se non addirittura impattare sulla vendita, il cui closing è previsto per il 3° trimestre 2017 anche se su questa ipotesi gli osservatori sembrano essere più cauti.