Mettere il mondo della scuola in comunicazione con le nuove tecnologie, creando un collegamento tra insegnanti, studenti e protagonisti dell’innovazione che potrà contribuire allo sviluppo di nuove opportunità per la didattica, a partire da tre capisaldi: making, coding e calcolo computazionale. E’ l’obiettivo di Intel Schoolmakers, che dopo le due tappe a Milano e Roma tocca oggi Cagliari, in una manifestazione che ha visto l’iscrizione e la partecipazione di più di mille tra docenti, dirigenti scolastici e animatori digitali.
Nato dalla collaborazione, ormai pluriennale, tra Intel e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, la due giorni nasce come evento di formazione per i docenti, e come occasione per gli istituti scolastici di entrare in contatto con i principali attori impegnati nel campo dell’innovazione, nella prospettiva di dare vita e di adattare alle esigenze dei singoli istituti quegli “atelier creativi” previsti dal piano nazionale scuola digitale. Su questi atelier, sugli spazi e ambienti di apprendimento innovativi e sui laboratori professionalizzanti in chiave digitale il governo ha programmato investimenti per 300 milioni di euro..
“Questa manifestaz
ione – afferma Francesco Pigliaru, governatore della Regione Sardegna – dimostra che non vogliamo restare chiusi nelle nostre stanze, ma parlare con la comunità digitale. Per fare la buona scuola sono necessari buoni docenti, e buoni docenti si diventa. La formazione è un elemento fondamentale, ed è una nostra priorità, insieme agli interventi per portare la connettività in tutte le scuole del nostro territorio. Inoltre con il progetto Iscol@ stiamo incentivando la nascita di laboratori innovativi – concluede – che possono sviluppare progetti ideati anche insieme alle aziende per portare nelle classi proposte di istruzione digitale”.
“Ormai i ragazzi cominciano a cambiare il loro modo di ragionare per essere pronti alle esigenze del mondo del lavoro, che si stanno evolvendo velocemente – afferma Carmine Stragapede, direttore generale di Intel Italia -. Per questo come azienda cerchiamo di portare tra i banchi concetti che si riveleranno strategici, sia per chi poi nella vita vorrà provare a utilizzare le nuove tecnologie per sviluppare idee e startup, sia per chi invece farà altro. Come realtà alla base della catena del valore tecnologico, dato che il Miur e diversi uffici scolastici regionali stanno dimostrando attenzione su questi temi, abbiamo voluto fare squadra con le istituzioni. La grande partecipazione di oggi testimonia l’interesse non solo dei ragazzi, ma soprattutto degli insegnanti che sono molto curiosi di acquisire nuove informazioni e partecipare ai workshop, per portare in aula concetti come il making, l’Iot e la robotica. In Italia, in un contesto scolastico è piuttosto frammentato, ci sono eccellenze assolute, sarebbe bello che le loro esperienze potessero essere trasferite alle altre scuole con un approccio organico”:
Tra i protagonisti dei workshop anche i Lego, i mattoncini per il gioco delle costruzioni che escono dall’analogico per entrare nel mondo digitale e spiegare i principi della robotica, grazie alle lezioni dei formatori della Lego Education Academy. Per il coding gli esperti di Explora hanno illustrato sui mezzi messi a disposizione da SiComputer le possibilità dell’utilizzo del processore Genuino 101, mentre altri corsi hanno puntato sull’utilizzo dei video e dei podcast nella didattica. In un contesto in cui può trovare applicaizone e dimostrarsi utile anche il Byod (bring your own device), cioè l’utilizzo dei dispositivi personali in classe per l’apprendimento.
Per l’area making, e senza trascurare le attività dedicate ai più piccoli, i formatori di Explora, il museo dei bambini con sede a Roma, hanno dato vita la laboratorio steam per mostrare le possibilità della tecno tessitura applicata alle classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Quanto al ruolo della fabbricazione digitale nei vecchi mestieri, quelli più legati alla tradizione, #Schoolmakers è stata l’occasione per parlare di come l’acquisizione di nuove competenze “hi-tech”possa portare essere utile all’artigianato e offrire al settore nuove opportunità di sviluppo, come ha sottolineato Alessandro Lutzu del fablab MakeinNuoro.