IL PIANO

Industria 4.0, Calenda: “Voglio 7 miliardi in più”

Il ministro per lo Sviluppo economico al lavoro per sbloccare i fondi “perenti” del Mise, alcuni dei quali risalgono agli anni ’70. “Siamo di fronte a una rivoluzione della produzione e del lavoro”

Pubblicato il 30 Set 2016

Per Industria 4.0 spuntano altri 7 miliardi. L’annuncio del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel forum inaugurale del ”Padova Nòva-Open Innovation Day” a Padova.

Calenda ha intenzione di utilizzare in favore del piano 4.0, in aggiunta al budget già definito, circa 7 miliardi di fondi “perenti” del Mise, fondi destinati a progetti pregressi ma che non sono stati mai utilizzati, alcuni dei quali risalgono addirittura agli anni Settanta. “Sto cercando di sbloccare questi fondi cosiddetti “perenti” – ha spiegato il ministro -. Non è facile perché ci sono dei contenziosi in atto, ma se fossero disponibili si tratterebbe di circa 7 miliardi di euro”.

“Il messaggio è che siamo di fronte a una rivoluzione profondissima dell’industria e del lavoro – ha proseguito – Il governo questa rivoluzione l’abbraccia con questo piano mettendo a disposizione, fra diretti e indiretti, 26 miliardi di incentivi, molto concentrati nel 2017. Questa parte della manovra è per i giovani e per i vecchi, è per chi investe: possono essere anziani o giovani, a me interessa che investano”.

“Sono 13 miliardi di incentivi agli investimenti e sono automatici – ha aggiunto il ministro – gli investitori non devono fare niente se non investire. Hanno tre linee, super ammortamento, iper ammortamento e un rafforzamento del credito alla ricerca e innovazione. Poi c’è un rafforzamento di strumenti esistenti: abbiamo rafforzato il fondo centrale di garanzia che garantisce fino all’80% circa un ammontare fra i 22 e i 25 miliardi di credito alle Pmi che abbiamo concentrato sugli investimenti, che riteniamo sia il tema principale per le imprese e per il paese”, ha concluso Calenda.

Nel solo 2017 il governo intende mobilitare investimenti privati per 10 miliardi di euro in più (passando da 80 a 90 miliardi), con un incremento di 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione e 2,6 miliardi di risorse per progetti early stage nel periodo 2017-2020. Rispetto alle competenze, l’obiettivo è avere 200 mila studenti e 3 mila manager specializzati sui temi dell’Industria 4.0, raddoppiando il numero degli iscritti agli istituti tecnici superiori focalizzati su questo verticale. A supporto della trasformazione digitale saranno istituiti, sempre a partire dal 2017, competence center e digital innovation hub nazionali, sei consorzi deputati alla discussione sugli standard dell’IoT e un roadshow di sensibilizzazione lungo tutta la Penisola (“saremo anche a Napoli, Bari e Palermo”, ha promesso Renzi) a cui prenderanno parte associazioni, università, aziende testimonial e le più alte cariche istituzionali.

Il tutto sarà gestito dalla cabina di regia composta dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dai dicasteri dell’Economia, dello Sviluppo, dell’Istruzione, del Lavoro, delle Politiche Agricole e dell’Ambiente e da una rappresentanza degli atenei tecnici, dei centri di ricerca, dell’imprenditoria e delle organizzazioni sindacali.

Il super ammortamento sarà prorogato e prevederà un aumento dell’aliquota dall’attuale 140% al 250% per gli investimenti in soluzioni per l’Industria 4.0. Il credito d’imposta alla ricerca dovrebbe passare dall’attuale 25% al 50% per la spesa interna (sulla spesa interna rimarrà al 50%) con il credito massimo per contribuente che salirà da 5 a 20 milioni di euro.

Sono inoltre previste detrazioni fiscali fino al 30% per gli investimenti fino a un milione di euro in startup o PMI innovative, agevolazioni su investimenti a medio/lungo termine e iniziative come acceleratori di imprese focalizzate, ancora una volta, sui temi dello smart manufacturing. Tutto questo dovrebbe costituire un impegno pubblico del valore di 13 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 355 milioni di euro per l’implementazione del piano nazionale Scuola digitale e dell’alternanza Scuola-lavoro sui percorsi coerenti col progetto, i 70 milioni di euro destinati alla formazione specialistica, i 170 milioni previsti per il potenziamento dei cluster tecnologici e infine i 100 milioni per i già citati competence center. Un totale quindi di ulteriori 700 milioni di euro.

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