Google si prepara al verdetto Ue sul caso Android. La querelle sulla presunta posizione dominante che ha messo Big G nel mirino dell’Antitrust europea avrebbe dovuto avere nel 20 settembre un giorno di svolta. Era infatti fissato a quella data, dopo un primo rinvio, il termine ultimo concesso alla compagnia di Mountain View per rispondere alle accuse mosse contro il sistema operativo Android. Una deadline che è stata però spostata a fine mese (31 ottobre) e che concederà dunque al colosso qualche settimana in più per convincere la Commissione europea della bontà del proprio OS.
Per le questioni sollevate da Bruxelles Google rischia una salatissima multa che potrebbe toccare secondo indiscrezione i 7 miliardi. Tra i punti sotto accusa c’è il fatto che chieda ai produttori di smartphone e tablet che vogliono usare Android di preinstallare l’app di ricerca Google Search e il browser, sempre di Google, Chrome.
Non solo: nel momento in cui un produttore sceglie sistema operativo e negozio digitale di Google gli viene chiesto di firmare un “Anti-fragmentation Agreement” che lo obbliga a non vendere prodotti che montano un fork di Android, ossia una copia dell’originale che gli sviluppatori, essendo Android open source, possono creare. Infine, l’Antitrust europea contesta anche che Google abbia elargito “significativi incentivi finanziari” ad alcuni dei principali produttori di smartphone al mondo e agli operatori mobili alla condizione che preinstallassero Google Search e altri servizi.