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Marco Gay: “Per fare l’Industria 4.0 le aziende devono cambiare mentalità”

A Capri il vice presidente di Confindustria e presidente dei Giovani di Confindustria evidenzia i benefici per le imprese ma la sfida non sarà semplice. “Possiamo tornare ad essere culla dell’innovazione, ma ci vuole responsabilità nel cogliere le opportunità”

Pubblicato il 07 Ott 2016

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“Il piano Industria 4.0 può rappresentare una grande opportunità per le imprese”: lo ha detto Marco Gay, vice presidente Confindustria e presidente dei Giovani di Confindustria dal palco della convention EY di Capri. “Il superammortamento e la fine degli incentivi legati ai bandi sono entrambi positivi. Fare interventi di politica industriale vuol dire prendere decisioni e questo fa perdere consenso ma vuol dire anche creare un contesto favorevole alle imprese”.

Determinante il ruolo del nuovo piano Industria 4.0 che “accelera la produttività del 50% e comprime i costi di produzione del 30% e con l’Internet delle cose comprime del 100% i costi di manutenzione e fermo macchine”. Per Gay c’è una “grandissima opportunità nel cambiare lo scenario che abbiamo difronte”.

Con Industria 4.0, ha ricordato Gay, in campo 13 miliardi di investimenti fino al 2020. “Noi siamo soddisfatti della nuova procedura automatica. Non ci sono più bandi e finalmente c’è una nuova visione del venture capital”. Positivo anche il giudizio sul superammortamento che diventerà iperammortamento: “finalmente va nella strada giusta per aziende che vogliono investire. Su un investimento di un milione porta un risparmio fiscale in di 360mila euro in cinque anni”. Tocca ora alle aziende “cambiare mentalità, ora devono poter crescere grazie all’equity e all’utilizzo degli strumenti che sono sul tavolo. Abbiamo quindi una responsabilità molto grande nel cogliere le opportunità che ci sono di fronte e trasformare le eccellenze del made in Italy in creazione di valore aggiunto”, rileva. “Ora si può tornare ad essere culla dell’innovazione e riprendere il ruolo determinante nell’industria manifatturiera che abbiamo ricoperto in passato”.

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