Lotta al crimine, l’Fbi vuole “intercettare” Internet

Ai service provider il compito di catturare e decrittare i messaggi scambiati sulle loro reti e sui server anche al di fuori degli Stati Uniti. La proposta sarà discussa dal Congresso

Pubblicato il 27 Set 2010

Le autorità americane preposte alla sicurezza nazionale cercano la
linea dura contro il crimine e il terrorismo, anche se questo vuol
dire “spiare” le conversazioni che viaggiano su Internet. Come
riporta il New York Times, le agenzie federali di law enforcement
hanno chiesto al Congresso di esaminare una proposta di legge che
obbliga tutti i servizi di comunicazione online (e ciò include chi
trasmette e-mail crittate come i BlackBerry, i siti di social
networking come Facebook e i software che permettono il messaging
“peer to peer”, come Skype) di dotarsi delle necessarie
tecnologie per intercettare, registrare e decrittare le
comunicazioni ospitate.

La proposta, che l’amministrazione Obama pensa di sottoporre al
Congresso l’anno prossimo, torna a far discutere sul difficile
equilibrio tra sicurezza nazionale, da una parte, e diritto alla
privacy dei cittadini e stimolo all’innovazione tecnologica,
dall'altra. Siccome i servizi di sicurezza di tutto il mondo
affrontano problemi simili, la decisione del legislatore americano
potrebbe imporsi come esempio a livello globale.

Nonostante le associazioni dei consumatori e i paladini della
libertà di Internet siano sul piede di guerra, le autorità Usa
sostengono che la loro capacità investigativa risulta notevolmente
ridotta se non possono accedere alle comunicazioni online. “Si
tratterebbe comunque di intercettazioni da effettuarsi dietro
autorizzazione legale”, spiega Valerie E.Caproni, general counsel
dell’Fbi. “Non vogliamo più autorità, ma la stessa autorità
che abbiamo avuto finora, in nome della sicurezza nazionale”.

Il legislatore dovrà anche chiarire alcuni punti della proposta,
per esempio quali aziende andranno considerate come
“communications service provider”, ma ciò che conta è che le
autorità Usa vogliono poter applicare la legge anche a società
che operano usando server all’estero, come accade per la Research
in Motion, il produttore canadese dei BlackBerry.

Negli Stati Uniti, le reti telefoniche e broadband devono già
essere in grado di intercettare le comunicazioni, in base alla
legge del 1994 chiamata Communications assistance to law
enforcement act, disegnata per assicurare che il governo non perda
le sue facoltà di sorveglianza nel passaggio dal sistema su rame
alle reti digitali e mobili. Spesso gli investigatori possono
intercettare le comunicazioni presso uno switch gestito
dall’operatore di rete, ma a volte, come quando viene usato un
servizio che critta i messaggi tra il computer dell’utente e i
server dell’operatore, devono ordinare al service provider di
fornire le versioni decrittate dei messaggi. Quello che le
autorità della sicurezza Usa chiedono è che i service provider si
dotino obbligatoriamente di tecnologie per intercettare e
decodificare i messaggi cifrati, ricadendo, come le compagnie
telefoniche, sotto la legge del 1994 sulle intercettazioni, che al
momento invece li esclude.

L’Fbi ricorda, tra i tanti esempi, che quest’anno
un’importante indagine su un cartello della droga si è scontrata
col fatto che i trafficanti hanno usato per comunicare software
peer-to-peer, più difficile da intercettare. Gli agenti hanno
dovuto installare microfoni nell’ufficio di uno dei sospettati,
ma questo ha reso l’indagine più rischiosa e “impedito di
captare comunicazioni fondamentali”.

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