Protestano i lavoratori di Almaviva Contact contro la decisione annunciata dell’azienda di call center di chiudere due centri, Roma e Napoli. Solo nel capoluogo partenopeo a restare senza lavoro sarebbero 845 persone mentre a Roma sono circa 1666 a rischiare il posto.
Una delegazione Rsu è stata ricevuta a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. In tanti indossano maglie nere, in segno di lutto, con la scritta: “Almaviva Napoli non si tocca”. La vertenza Almaviva sembrava essere giunta a una conclusione positiva, lo scorso maggio quando, a Roma, l’azienda sottoscrisse un accordo al ministero per lo Sviluppo economico, che tutelava i livelli occupazionali di tutti gli stabilimenti del gruppo. Mercoledì, a Roma, è in programma un nuovo incontro.
“La decisione dell’azienda è arrivata come uno schiaffo per tutti, dipendenti e istituzioni: la sede di Napoli non deve chiudere e faremo di tutto per evitarlo”, ha detto – Sonia Palmeri, assessore al Lavoro della Regione Campania, al termine dell’incontro con le rappresentanze sindacali di Almaviva Napoli. “L’accordo sottoscritto a maggio è stato del tutto disatteso e in maniera unilaterale dall’azienda – ha affermato Palmeri – La Regione Campania ha messo a disposizione dei fondi per la formazione, la misura si chiama Training per competere. Sono 13 milioni di euro, ma l’azienda, fatta eccezione per un incontro avuto a giugno, non ha presentato alcun progetto per poter accedere ai fondi”.
Ma l’azienda smentisce a CorCom le dichiarazione dell’assessore Palmeri: “Il 5 agosto inviato il progetto alla Regione. Ma non abbiamo ricevuto risposta”.
“Abbiamo chiesto che le istituzioni siano al nostro fianco per difendere il nostro futuro occupazionale – fanno sapere i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil – La trattativa sulla vertenza si farà a Roma . Noi abbiamo chiesto che a quel tavolo, in programma mercoledì, come voce del territorio, ci siano anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris”.
“Abbiamo spiegato le nostre perplessità in merito a quanto sta accadendo – hanno aggiunto – a differenza di quanto previsto dall’accordo sottoscritto a maggio”. “E’ stato un incontro importante – hanno concluso – sapevamo che non sarebbe stato risolutivo, ma da Regione e Comune abbiamo avuto rassicurazioni sul loro impegno, a cominciare dalla presa di distanza dalla volontà dell’azienda di chiudere le sedi”.
E si mobilitano anche i lavoratori del call center Almaviva Contact di Palermo. Il presidio è stato organizzato per protestare contro le procedure di trasferimento di 150 addetti su 398 dal capoluogo siciliano a Rende, in Calabria.