Il governo scende in campo per evitare i licenziamenti. Sulla vertenza Almaviva “ci siamo attivati immediatamente; l’obiettivo è evitare i licenziamenti dei lavoratori”, ha detto il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda rispondendo al question time sulla situazione della società attiva nel settore dei contact center che ha annunciato un piano che prevede il licenziamento di 2.511 dipendenti nei siti di Roma e Napoli. Calenda, che ha ricordato che il tavolo al Mise con azienda e sindacati “è in corso”, ha illustrato più in generale l’azione portata avanti dal governo con la richiesta di “maggiore responsabilità da parte dei clienti nei bandi di gara”.
“Ho scritto una lettera – ha spiegato il ministro – diretta ai principali committenti dei call center per sensibilizzare al rispetto degli obblighi di legge” anche in relazione a chi impiega personale in paesi esteri. Altre norme più stringenti sono contenute, ha sottolineato, nell’articolo 20 del ddl concorrenza.
Ieri il premier Matteo Renzi, intervenendo alla trasmissione Rai “Politcs” aveva ricordato la vertenza Almaviva. “L’azienda si era impegnata con noi e deve rispettare gli impegni. Totale vicinanza ai lavoratori”, aveva detto Renzi, rispondendo alla domanda di un utente di Facebook e definendo la questione “una priorità assoluta” per il Governo. Proprio per oggi intanto è convocato il tavolo al ministero dello Sviluppo economico per affrontare il caso.
Intanto è iniziato il primo tavolo al Mise sulla situazione di Almaviva Contact. Solo a Roma sono a rischio sono 1.666 operatori del call center, la parte restante a Napoli (845). Per la sede di Palermo, invece, è previsto il trasferimento di quasi 400 operatori in Calabria, a causa della dismissione da dicembre di una commessa Enel. All’incontro a cui partecipa il viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, sono presenti anche l’amministratore delegato di Almaviva Contact Andrea Antonelli e i rappresentanti delle sigle sindacali coinvolte: il segretario generale Uilcom Salvo Ugliarolo, il segretario generale della Slc Cgil Massimo Cestaro, il segretario generale della Fistel Cisl Vito Vitale e il rappresentante di Cobas lavoro privato Marco Volpi. All’incontro partecipano anche alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali interessate, tra i quali gli assessori alle Attivita’ produttive di Campania e Sicilia.
Nei giorni scorsoi dalla viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova è arrivato un “appello alla responsabilità”: “Chiedo di non andare avanti su una strada senza sbocco, frutto di annunci che appaiono come una vera e propria provocazione mentre è in corso un delicato confronto su più fronti – affermava – Si riporti la discussione ai tavoli di confronto preposti, si lascino da parte inutili e dannosi atti ricattatori e si ritorni al buon senso e alla responsabilità con cui invece tutte le parti devono lavorare per una soluzione condivisa e non traumatica”.
Nel motivare la propria decisione Almaviva contact ha sottolineato come “L’intesa allora raggiunta con i sindacati e le istituzioni competenti, oltre alla stipula di un contratto di solidarietà di sei mesi, aveva definito azioni stringenti per consentire ad Almaviva Contact recupero di capacità competitiva e condizioni di necessario equilibrio industriale, accompagnate da annunciate misure di riforma strutturale del settore dei call center. Gli esiti del monitoraggio mensile richiesto dall’azienda sull’attuazione dell’accordo, verificati da ultimo lo scorso 22 settembre, hanno tuttavia attestato il rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali di sottoscrivere lo specifico accordo sulla gestione di qualità e produttività individuale, impegno centrale e condiviso come vincolante in sede d’intesa, che nega inspiegabilmente una fondamentale leva distintiva per la qualificazione dell’offerta ed il progressivo riassorbimento degli esuberi”.
In un’intervista al Corriere della Sera, l’Ad di Almaviva Contact Andrea Antonelli ha puntato il dito contro il governo e sindacati che non hanno rispettato gli impegni presi in occasione dell’accordo del 31 maggio. Antonelli ha poi spiegato il “cancro” delle gare al massimo ribasso. “Noi applichiamo il contratto nazionale delle Tlc, che prevede un costo del lavoro di 17 euro l’ora per i neo assunti – ha evidezniato – Come facciamo a vincere gare in cui sono le stesse pubbliche amministrazioni (il Comune di Roma e quello di Milano) a partire da prezzi molto più bassi? E la tendenza non si sta invertendo. L’ultima gara bandita è quella del 5 settembre della Regione Lazio per il Centro unico di prenotazione. La gara prevede una remunerazione di 12 euro all’ora. Capisce? La base d’asta è di 12 euro l’ora, un terzo in meno di quello che dobbiamo pagare in base al contratto. Sa chi può vincere?”