Nulla di fatto: l’incontro di ieri pomeriggio al Mise sulla vertenza Almaviva si è concluso con una fumata nera. L’azienda ha ribadito di non essere nelle condizioni di ritirare i 2511 esuberi annunciati. Sulla questione, azienda e sindacati torneranno a incontrarsi al Mise il 27 ottobre. Mentre del trasferimento dei circa 400 lavoratori dalla sede di Palermo a quella di Rende, si cercherà di trovare un accordo venerdì.
“La situazione è difficile, non abbiamo bisogno di ulteriori provocazioni, non dobbiamo individuare responsabilità, ma trovare soluzioni”, ha spiegato la viceministro, Teresa Bellanova, a conclusione del tavolo Almaviva al quale hanno partecipato l’azienda, i sindacati, le Regioni interessate e i comuni coinvolti.
Nel corso della riunione, la viceministro ha ricordato gli strumenti di sostegno messi in campo dal Governo, quali il contratto di solidarietà e 10 milioni di euro per la cassa integrazione destinata al settore, richiamando l’azienda al rispetto di quanto stabilito nell’accordo firmato il 31 maggio scorso. Accordo che prevedeva una fase di transizione di almeno 6 mesi, non ancora giunti a conclusione, nonché ulteriori 12 mesi di cig.
Dopo aver comunicato l’avvio delle procedure finalizzate a sanzionare le aziende che non rispettano la normativa in tema di delocalizzazione, Bellanova ha annunciato di aver già convocato lunedì 17 le aziende committenti, per proseguire il confronto sul superamento delle gare al massimo ribasso, nonché del trasferimento all’estero delle attività.
In merito al sito di Palermo, la Viceministro ha ribadito che è stato avviato un confronto con Enel per la tutela dei lavoratori coinvolti sulla commessa; un tavolo dedicato a questo tema specifico è stato già convocato per il prossimo venerdì 14.
Dopo aver richiesto all’azienda la sospensione della procedura, la viceministro ha riconvocato il tavolo per il prossimo 27 ottobre, invitando tutti a fare il proprio dovere per tornare a un confronto che possa condurre a un’intesa tra le parti.
“C’è stato solo uno scaricabarile tra governo, sindacati e istituzioni. Non è venuto fuori nulla di nuovo, il governo ha chiesto il ritiro delle procedure d’esubero all’azienda che ha risposto ‘assolutamente no’, ma è una cosa che ci aspettavamo – ha commentato Piero Coco della Cgil – Chi ci sta rimettendo sono i lavoratori, questo scaricabarile deve terminare”. Nella prossima riunione su Almaviva che si terrà al Mise il 27 ottobre “ci auguriamo che il governo faccia passi avanti rispetto a quelle leggi finora disattese, come quelle delle gare al massimo ribasso. Sulle sanzioni alla delocalizzazione il governo dice che sta intervenendo, ma ad oggi le sanzioni non le abbiamo viste”.
Sulla vicenda degli esuberi dei call center Almaviva “abbiamo chiesto alle istituzioni, regioni e governo, di farsi carico del tema di difesa occupazionale. Non può essere fatto in modo stantio e in discontinuità – ha detto il segretario generale di Fistel Cisl, Vito Vitale – L’azienda ha dato la sua disponibilità ad affrontare in modo immediato il tema di Palermo venerdi’ 14 ottobre alle ore 10, poi riprenderemo la discussione su Roma e Napoli il giorno 27 con alcuni impegni presi dal governo per convocare le committenze: uno dei temi più importanti è infatti quello delle gare al massimo ribasso”.
“Siamo fiduciosi e restiamo in attesa di poterci confrontare. Sono 2.511 lavoratori che non possono essere lasciati in mezzo alla strada su due territori”, ha concluso il segretario della Fistel Cisl.
Le motivazioni di Almaviva per la procedura di esubero di 2.155 lavoratori “non tengono, e per questo abbiamo chiesto che venga ritirata, così da entrare con determinazione sui problemi di Almaviva e di tutto il settore”.
A dirlo è Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom. “Il 14 ottobre si terrà un tavolo ad hoc sul passaggio dell’attività di Enel da Almaviva all’azienda che ha vinto la commessa, per gestire in maniera costruttiva il passaggio di attività e la conferma dei livelli occupazionali sul sito di Palermo, e questo è un grande segnale – ha continuato Ugliarolo – “Lunedì il ministro Calenda ha contattato di persona tutti i committenti, quindi i principali operatori del mondo delle telco, per aprire una seria riflessione sulle gare al massimo ribasso e ci siamo dati appuntamento al Mise per il 27 per fare il punto sulla questione”. L’obiettivo ora “è che si possa avere la lucidità di gestire un problema strutturato e su cui sapevamo tutti di avere bisogno di più tempo”, ha concluso Ugliarolo.
Sulla crisi Almaviva è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Le attività di Almaviva Contact hanno avuto negli anni un continuo peggioramento nei risultati economici e finanziari, anche a causa dell’assenza di parità di condizione tra gli operatori del settore, una situazione che si è determinata per la sostanziale inattuazione, come più volte affermato dalle istituzioni, della legge del 2012 per la delocalizzazione dei call center nei paesi extra Ue a ‘tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell’occupazione’ – ha detto Boccia – Adesso bisogna intervenire per accompagnare questi servizi nel loro percorso evolutivo, verso forme di relazione con il cliente sempre più complete e articolate in cui assumeranno rilevanza la tecnologia, l’innovazione e la qualità del servizio. Il quadro normativo deve assecondare questa trasformazione, creando le condizioni a sostegno della buona imprenditoria. Se ciò non accadrà, ci troveremo sempre più spesso a fronteggiare situazioni come quelle di Almaviva, in un quadro di arretramento che rischia di avere, come risultato finale, solo un effetto di dumping a danno delle imprese e delle persone che operano nel settore rispettando le regole”.