Il nuovo Codice dell’amministrazione digitale rafforza il ruolo dell’Agenzia per l’Italia digitale come soggetto attuatore dei piani del governo. Il direttore generale, Antonio Samaritani, spiega come si muoverà nel solco tracciato dalle regole e quali strumenti veranno utilizzati per raggiungere gli obiettivi del Crescita digitale.
Il Cad apre un nuovo capitolo per la PA italiana. Che ruolo giocherà l’Agenzia per l’Italia digitale in questa fase?
L’aggiornamento del Cad mette a sistema il lavoro fatto nell’ultimo anno seguendo il solco tracciato dal percorso di avvio, diffusione e implementazione dei progetti strategici che avevamo individuato nel 2015 dopo la pubblicazione di Crescita Digitale. Si conferma il ruolo di Agid nella definizione di regole tecniche e principi, nella stesura dell’IT strategy e nella sua declinazione all’interno del Piano triennale dei sistemi informativi della PA, quindi nel supporto all’azione del Commissario.
Questo che vuol dire, nella pratica?
Implica un rafforzamento del ruolo di cerniera e coordinamento sui temi relativi all’innovazione e alla modernizzazione di sistemi e servizi. Su questo fronte il piano triennale diventa lo strumento che ci permette di presidiare l’architettura nazionale dei sistemi IT e di gestire il rapporto con le amministrazioni centrali e locali. I tre layer nei quali si declina – infrastrutture materiali, immateriali ed ecosistemi di servizi – non sono che la messa a sistema dei progetti sui quali lavoriamo dal 2015, che ora – anche grazie al rafforzamento che deriva dal Cad – vengono inseriti in un framework di riferimento che spinge tutti a collocarsi su un tracciato comune nel quale ognuno gioca una partita strettamente correlata a quella della completa attuazione del modello. Ed è anche il contesto nel quale lavorare su regole e standard di interoperabilità e su modalità di coinvolgimento dei privati nello sviluppo di servizi.
Ci sono i fondi per mettere Agidi nelle condizioni di operare?
Grazie ad una prima tranche di finanziamento da 50 milioni di euro, Agid accompagnerà le PA nell’implementazione e nello sviluppo di soluzioni da mettere a fattor comune all’interno del modello. Una seconda tranche di valore simile arriverà nei prossimi mesi. La partita è lunga ma in questo set partiamo tutti avvantaggiati, abbiamo regole più stringenti e un campo di gioco già pronto.
Le regole del nuovo Codice danno una spinta a Spid e domicilio digitale, ma senza Anagrafe unica si rischia di non andare da nessuna parte. Come vi state muovendo per accelerare su Anp?
I progetti strategici già avviati diventano tessere di un puzzle che si sta componendo ovvero il percorso verso Italia Login, punto di accesso semplice e immediato ai servizi della PA per cittadini e imprese. Ogni “tessera “ha valore autonomo rappresentando un contributo determinante in termini di razionalizzazione della spesa modernizzazione, semplificazione e modernizzazione dei processi. Spid è uno degli asset fondamentali per la digitalizzazione del paese e nei mesi di avvio ha confermato la propria strategicità. Le PA hanno avviato il percorso di adeguamento dei propri sistemi , gli identity provider stanno sviluppando nuove modalità di erogazione che possano adattarsi alle esigenze di specifici target di cittadini, stanno nascendo i primi servizi tematici che utilizzeranno Spid come unico sistema di autenticazione e il Garante per la Privacy ha approvato la convenzione con i privati che ci consente di lavorare per estendere l’utilizzo di Spid non solo ai servizi della PA. Spid non semplifica solo l’accesso ai servizi della PA, ma contribuisce a creare un nuovo ecosistema che cambierà profondamente le abitudini dei cittadini e la loro percezione dei servizi digitali. Ricordiamoci che Spid è anche aderente alle regole europee di eidas e che quindi un cittadino italiano potrà accedere ai servizi delle PA europee che si doteranno di sistemi di autenticazione digitale.
E Anpr?
Anpr è e rimane uno dei progetti più importanti e impattanti dal punto di vista strategico e operativo. Il modello dell’IT italiano, così come quello di qualsiasi altra realtà complessa, oggi si basa sulla “centralità del dato”: Anpr non può che rimanere un progetto cardine sul quale tutti gli attori coinvolti della fase di dispiegamento, devono puntare. A luglio è stato raggiunto un importante traguardo: la soluzione realizzata da Sogei è stata approvata dal Ministero dell’Interno e a breve – si stanno raccogliendo i dati aggiornati dai Comuni – partirà il progetto di diffusione sul territorio.
Il Cad dà la volata anche all’e-paymente. Possiamo fare un bilancio di PagoPA?
Pago PA è un altro dei progetti strategici che rappresenta le fondamenta di Italia login, non a caso nel nuovo modello IT viene inserito tra le piattaforme nazionali; è l’hub per i pagamenti verso la pubblica amministrazione (che sono circa il 50 % del volume complessivo a livello nazionale) al quale ad oggi hanno aderito quasi 15mia enti. Un sistema aperto a tutti i prestatori di servizi di pagamento italiani ed europei che consente di pagare con un processo integrato, digitale e sicuro anche da reti fisiche in modo da fornire al cittadino la più ampia possibilità di scelta. Le amministrazioni non devono più fare gare per adottare il proprio sistema di pagamento e gli operatori del sistema finanziario possono operare sviluppando liberamente la propria strategia di servizio.
Che benefici garantisce PagoPA?
Oltre benefici che porta a livello organizzativo e di razionalizzazione della spesa, diventa un’infrastruttura nazionale sulla quale pubblico e privato possono basare la propria offerta di servizi digitali con la certezza di uno sbocco di mercato. Ora che il modello del nodo è validato e che comincia ad essere una realtà consolidata, ci accingiamo a lavorare per semplificare e migliorare la user experience applicando le linee guida di service design che presenteremo molto presto nella loro versione definitiva .
Un ampio capitolo del Cad è dedicato alla cultura digitale. A che punto è il progetto sulle competenze di Agid?
Le competenze sono fattore strategico per la competitività di qualsiasi sistema socio-economico. La consapevolezza di questa importanza passa dalla presa d’atto – come emerge dalla selezione di progetti strategici che abbiamo individuato lo scorso anno – che la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie diventa un valore soltanto se diviene costruzione di contesti favorevoli allo sviluppo di progetti di sistema capaci di trasformare la pratica comune. Abbiamo diversi cantieri aperti: la collaborazione con le università che fanno ricerca nell’ambito dell’Agenda digitale perché sviluppino filoni di ricerca, percorsi didattici e di elaborazione utilizzando il modello IT a tre livelli come frame di analisi. La mappatura delle competenze attraverso la predisposizione di un sistema unico per l’attività di assesment delle competenze digitali di base e di quelle avanzate del personale della PA, che sia coerente con la classificazione Ue. Una sorta di toolkit che le amministrazioni possano usare per poter predisporre al meglio la parte organizzativa dell’implementazione del modello IT. La selezione di progetti all’interno della coalizione che raccoglie più di 150 attori tra imprese, PA e stakeholder per far nascere competenzee capacità di implementazione sul territorio.