«Se si pensa che siano sufficienti nuove norme per fare la PA digitale rischiamo di fallire anche stavolta”. Uno dei “padri” del nuovo Cad, il deputato Pd e consigliere per l’innovazione della ministra Madia Paolo Coppola, elenca le novità ma avverte: “il cambiamento deve essere prima di tutto culturale».
Sono anni che si evidenzia come serva prima di tutto una “rivoluzione culturale”. Adesso cosa c’è di nuovo?
Adesso ci sono tutti gli strumenti legislativi per abilitare quel cambiamento. E finalmente un sistema per monitorare lo stato di avanzamento dei progetti digitali e l’efficacia delle politiche per l’innovazione.
Di cosa si tratta?
Del controllo di gestione: una sorta di banca dati centralizzata delle performance delle amministrazioni che, una volta implementata, sarà uno strumento chiave per trainare il cambiamento. Finora abbiamo avuto solo una raccolta caotica di Pdf dove venivano riportati indicatori e obiettivi. Una modalità che non è rivelata affatto efficace e che ha impedito all’Italia di non avere il polso del cambiamento, ma anche di raccogliere in maniera strutturata le performance utili al Desi, l’indicatore di innovazione della Ue.
Il Cad introduce le figure del responsabile della trasformazione digitale e del difensore civico digitale. Quale ruolo svolgeranno?
Aumenteranno la possibilità che il cambiamento avvenga realmente. Il responsabile avrà competenze tecniche e di informatica giuridica mentre il secondo, sostenendo i cittadini nell’esercizio dei loro diritti digitali, farà da driver alla cittadinanza digitale. Con effetti positivi anche sull’aumento delle domanda di servizi pubblici.
A sovrintendere la rivoluzione digitale ci sarà un commissario ad hoc. Perché era necessaria questa figura?
Perché prima non c’era una figura con poteri di coordinamento centrale a Palazzo Chigi su tutti i progetti e con poteri speciali di indirizzo tali da poter commissariare le PA inadempienti.
Nessun problema di sovrapposizione di poteri con Agid?
No, perché Agid è una figura amministrativa che ha poteri di vigilanza e tecnici ma senza poteri di indirizzo e coordinamento sulle PA. Commissario e Agid sono complementari.
Il documento informatico ha una definzione. Quale impatto sulla vita dei cittadini?
Per la prima volta nella nostra normativa viene introdotta la definizione di documento informatico mentre l’atto sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale può essere utilizzato ai fini probatori come previsto dall’articolo 2702 del codice civile. Ma la vera novità sta nel fatto che le pubbliceh amministrazioni sono tenute a conservare i documenti informatici, obbligo che invece decade per imprese e cittadini, che ora potranno accedere agli atti degli archivi informatici con una semplice richiesta.
E dunque?
Si tratta di una semplificazione storica che ribalta il rapporto tra cittadini e PA in un’ottica di servizio. Il cittadino viene esonerato da obblighi ridondanti e la PA responsabilizzata a fornire servizi efficienti.
Che fine ha fatto la commissione di inchiesta sulla spesa Ict nella PA?
La mia proposta è stata approvata lo scorso giugno ma ad oggi, putroppo, alcuni gruppi parlamentari non hanno ancora scelto i componenti. Invece è oggi più che mai urgente renderla operativa perché il tema delle risorse ben utilizzate è centrale. Sono convinto che alcune PA rifiutino il digitale per nascondere la corruzione al proprio interno. Questa commissione sarà uno straordinario strumento anti-corruzione.
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Il Cad sarà tema di analisi e confronto durante uno specifico webinar curato da Fpa il 24 ottobre