Google Fiber fa marcia indietro. Alphabet, la holding che controlla Google e la galassia di altre società e startup nate attorno al motore di ricerca della Silicon Valley, ha deciso di “mettere in pausa” il suo progetto di portare la fibra ottica in dieci città americane. E taglia il 9% della forza lavoro.
Licenziamenti o riassegnazioni all’interno di Google: questo il destino di un dipendente ogni dieci nella divisione Internet service provider guidata da Craig Barratt, il manager che farà a sua volta un passo indietro e rimarrà nella veste di “consigliere” del progetto. Non è la fine di Google Fiber e delle ambizioni di Larry Page di diventare un player significativo nel mercato degli ISP statunitensi (e in prospettiva mondiale, secondo i progetti lasciati intendere ai giornalisti alcuni anni fa). Google infatti continuerà a offrire connessione a Internet in otto città americane e porterà avanti la pianificazione per le prossime quattro aree metropolitane già previste dal piano industriale. E anche il lavoro con Webpass, il provider senza fili di connettività metropolitana ad alta velocità acquisito recentemente dalla società e presente in sei città statunitensi, non si ferma.
La notizia dello stop è stata data dallo stesso Barratt sul suo blog, anche se la cifra del 9% dei licenziamenti e riposizionamenti non è stata confermata ufficialmente e soprattutto Google non specifica quante persone lavorino nella divisione Google Fiber, che oltretutto si occupa di varie cose oltre che della semplice connettività metropolitana. L’unica indicazione riguardo il numero di potenziali dipendenti della divisione è dato da un commento riportato dalla stampa l’estate scorsa, quando Larry Page, Ceo di Alphabet, avrebbe chiesto a Barratt di dimezzare l’unità Google Fiber licenziando 500 persone. Secondo altre fonti, come Bloomberg, i dipendenti sarebbero in tutto in realtà 1.500.
Google Fiber attualmente è già presente ad Atlanta, Austin, Charlotte, Kansas City, Nashville, Provo, Salt Lake City e The Triangle in Carolina del Nord. Si espanderà a Huntsville, Irvine, San Antonio e Louisville. Invece vengono fermati i piani di espansione per Chicago, Dallas, Jacksonville, Los Angeles, Oklahoma City, Phoenix, Portland, San Diego, San Jose e Tampa.