TRIMESTRALE

La pubblicità su smartphone traina Alphabet, i risultati battono le attese

La diffusione dei telefonini incrementa le inserzioni video su mobile a vantaggio del business advertising della holding di Google. Utili per 5,06 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto al 2015

Pubblicato il 28 Ott 2016

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La pubblicità su smartphone e quella video traina a sorpresa i conti di Alphabet, la holding di Google, che chiude il terzo trimestre dell’anno in corso sopra le stime. La holding che controlla Google ha inoltre autorizzato un programma di riacquisto di azione di Classe C per 7 miliardi di dollari. Nei tre mesi al 30 settembre scorso, Alphabet ha messo a segno utili per 5,06 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto ai 3,98 miliardi dello stesso periodo del 2015. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono passati in un anno a 9,06 dollari da 7,35 dollari contro attese degli analisti per 8,62 dollari. I ricavi sono arrivati a 22,45 miliardi, in aumento del 20% circa dai 18,67 miliardi del terzo trimestre del 2015. Anche in questo caso sono state superate le previsioni del mercato per un fatturato di 22,05 miliardi. Presupponendo cambi valutari costanti, le vendite sarebbero cresciute del 23%.(

“Le ricerche fatte attraverso dispositivi mobili e i video stanno sostenendo il nostro business pubblicitario core”, ha detto in una nota Ruth Porat, direttore finanziario giunto in Alphabet nel maggio 2015, quando ha lasciato Morgan Stanely. “Siamo entusiasti dei progressi delle attività più nuove in Google e in Other Bets”, la divisione che comprende progetti come le vetture senza autista, Google Fibre e prodotti come i termostati Nest. I ricavi del segmento Google – che include anche il sito di video YouTube – sono stati pari a 22,254 miliardi, in salita dai 18,534 miliardi del periodo luglio-settembre del 2015. In particolare le vendite generate da pubblicità sono state di 19,821 miliardi, in rialzo del 18% annuo.

Il numero di click fatti dagli internauti su siti legati a Google e che hanno generato introiti sono saliti del 42% rispetto al terzo trimestre del 2015. Questo balzo ha più che controbilanciato il calo dell’13% del cost-per-click su siti del gruppo (una misura dei prezzi per la pubblicità attentamente monitorata). A livello aggregato, il numero di click capaci di generare introiti è salito del 33% annuo e il cost-per-click è sceso dell’11%, meglio delle stime che erano per una contrazione del 7,9%.(Segue) La voce “Other Bets” (letteralmente, altre scommesse) ha registrato un fatturato di 197 milioni, in aumento del 39,7% dai 141 dell’anno prima, ma in questo caso c’è stata una perdita operativa di 865 milioni di dollari, seppur migliore di quella pari a 980 milioni dello stesso periodo del 2015. L’impressione è che la disciplina finanziaria di Porat stia funzionando e il mercato non può che esserne contento. I ricavi della divisione che comprende le attività cloud, a bilancio sotto la categoria “other revenue”, è salito del 39% a 2,433 miliardi. In attesa dei conti, arrivati a mercati chiusi il 27 ottobre, il titolo di Classe A di Alphabet ha terminato la seduta in calo dello 0,58% a 817,35 dollari. Nel dopo mercato il titolo del gruppo con la seconda maggiore capitalizzazione al mondo dopo Apple ha guadagnato l’1%. Da inizio anno è salito solo del 5%, dietro a Facebook e al produttore dell’iPhone.

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