E’ morto Antonio Preto, commissario Agcom

Colpito da una grave malattia. Prima di essere eletto consigliere nell’authority per le Comunicazioni era stato a lungo funzionario del Parlamento europeo. Il presidente dell’Authority Cardani: “Rimpianto profondo e accorato”

Pubblicato il 04 Nov 2016

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E’ morto Antonio Preto, commissario Agcom. Avvocato, a lungo funzionario del Parlamento europeo, dove ha occupato incarichi di prestigio. 51 anni, di recente era stato ricoverato per una grave malattia. Lascia la moglie Alessandra e la figlia Ludovica.

Il funerale si terrà martedì prossimo 8 novembre alle 15.30 nella Chiesa di San Clemente a Valdagno.

Nato a Valdagno, ha cominciato giovanissimo la professione di avvocato, subito dopo la laurea a pieni voti in Giurisprudenza all’Università di Bologna, e si era fatto conoscere in giovane età per la sua attività politica. A fine anni Ottanta fu vice segretario regionale dei giovani Dc del Veneto.

Dal 1992 fu Consigliere parlamentare del gruppo Ppe a Strasburgo ricoprendo l’incarico di responsabile della Commissione giuridica e del Mercato interno e nel 2007 divenne amministratore principale presso il Segretariato Generale del Parlamento Europeo. In seguito venne nominato team leader per le Politiche Interne dell’UE nell’ufficio di gabinetto del Presidente Hans Gert Poettering, di cui divenne anche consigliere per gli affari giuridici e legislativi. Nel 2008 fu nominato capo di gabinetto del Vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, e nel 2012 ricoprì l’incarico di Consigliere del Segretario Generale del Parlamento Europeo, Klaus Welle: nello stesso anno il Senato lo elesse commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

“La scomparsa di Antonio Preto è una grave perdita per tutta l’Autorità e non solo. Pochi conoscevano il mondo delle telecomunicazioni e della concorrenza come lui, temi che aveva avuto modo di approfondire durante la sua lunga permanenza presso la Commissione europea – afferma il Presidente di Agcom, Angelo Marcello Cardani -. Un giurista appassionato e lavoratore instancabile di cui resta indelebile nella mente il senso delle Istituzioni e la grande responsabilità per il ruolo, che ricopriva con lucidità e competenza. Il mio rimpianto, come quello dei Commissari Martusciello, Nicita e Posteraro, del Segretario Generale e dei dipendenti tutti, è profondo e accorato”.

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