IL CASO

Samsung senza pace, perquisizione nel quartier generale sudcoreano

I raid della polizia legati a uno scandalo politico: la compagnia avrebbe finanziato una società controllata da Choi Soon-sil, consigliera vicina alla presidentessa Park Geun-hye

Pubblicato il 08 Nov 2016

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Gli inquirenti in Corea del Sud hanno ordinato un raid della polizia nel quartier generale del colosso Samsung a Seul. Lo rivela il Financial Times, secondo il quale le perquisizioni sono legate a uno scandalo politico che si è allargato alla compagnia. I media locali hanno accusato Samsung, già nei guai per lo scandalo degli smartphone che esplodono, di aver finanziato con milioni di euro la fondazione di Choi Soon-sil, soprannominata la “sciamana”, una donna senza incarichi ufficiali nel governo ma molto vicina alla presidentessa Park Geun-hye, considerata sua consigliera e capace di spostare ingenti fondi dalle grandi conglomerate, tra cui Samsung, per finanziare le attività politiche sue e della Park. I giornali hanno parlato di oltre 70 milioni di euro transitati dalle grandi imprese alla fondazione di Choi Soon-sil, che ora è in carcere.

Samsung ha confermato il raid, senza fornire “ulteriori commenti” e la settimana scorsa aveva fatto sapere di stare “pienamente cooperando con le inchieste”. Lo scandalo della “sciamana” ha travolto la presidente Park, il cui gradimento nel paese non è mai sceso così in basso, al punto che alcuni hanno anche chiesto il suo impeachment. La Park ha ammesso che alcuni suoi discorsi erano stati ispirati da Choi Soon-sil, ha anche ammesso di aver ricevuto aiuti dalla sciamana, ma ha sempre negato che ci sarebbe lei dietro la linea del governo. Choi Soon-sil, tra l’altro, è figlia di Choi Tea-min, a sua volta influente consigliere del padre della presidentessa, prima che fosse ammazzato.

La scorsa settimana i media locali hanno rivelato che Samsung avrebbe versato 2,8 milioni di dollari alla Widec Sport in Germania, una società controllata dalla sciamana. I soldi sarebbero serviti a sviluppare le attività della federazione nazionale di equitazione, in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, anche se poi cifre ingenti sarebbero servite per pagare il cavallo usato dalla figlia di Choi, Jeong Yu-ra e i suoi allenamenti. “Se gli inquirenti – spiega Park Jugeun, numero uno dell’autorità di controllo delle grande aziende – hanno trovato le prove che Samsung ha fornito molti soldi a Choi Soo-sil e a sua figlia, questo costituirà un brutto colpo per Samsung”, contro la quale potrebbero scattare le azioni legali “degli azionisti che già hanno sofferto della crisi di fiducia dei mercati”.

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