Ancora guai per Facebook, stavolta per la condivisione dei dati di WhatsApp con la società del social network: dopo le ire delle autorità europee (e le inchieste aperte anche in Italia dall’Antitrust), l’azienda californiana ha deciso di “congelare” il passaggio dei dati degli utenti britannici della piattaforma di messaggistica verso Facebook, visto che l’autorità britannica per la protezione dei dati, ICO, ha aperto un’inchiesta per verificare che Facebook possa legalmente prendersi e utilizzare i dati degli utenti di WhatsApp secondo le modalità previste dalla sua nuova privacy policy.
Il sito TechCrunch spiega che questo stand-by riguarda solo la condivisione dei dati degli utenti per scopi pubblicitari; le altre informazioni degli utenti di WhatsApp comunque passeranno a Facebook ma solo per essere usate o per ridurre lo spam o per scopi di business intelligence.
“Mi preoccupava il fatto che i consumatori non fossero stati adeguatamente protetti e posso dire oggi che le inchieste condotte dal mio team non hanno modificato la mia percezione”, ha dichiarato l’information commissioner dell’ICO Elizabeth Denham. “Non credo che agli utenti siano state fornite sufficienti informazioni su come Facebook intende usare i loro dati e non credo che WhatsApp abbia ricevuto un consenso valido da parte degli utenti a questa condivisione di informazioni. Penso anche gli utenti debbano sempre mantenere il controllo sulle loro informazioni e sapere come vengono usate, non solo in uno spazio di 30 giorni”. La nuova privacy policy di WhatsApp dà infatti una possibilità di opt-out sullo sharing dei dati con Facebook, ma di default lo sharing viene attivato e, chi non lo vuole, deve annullare il consenso entro un tempo limite di 30 giorni. L’intera procedura non piace affatto all’ICO.
La Denham ha aggiunto di aver spiegato chiaramente a Facebook quali sono le regole in Uk; di qui la decisione del social network di “congelare” al momento l’uso dei dati degli utenti Uk di WhatsApp per scopi pubblicitari.
La Denham ha anche indicato a Facebook che i termini del servzio sono troppo “vaghi” e che la società non ha offerto ai consumatori la protezione necessaria. L’ICO ha perciò chiesto a Facebook e WhatsApp di firmare un impegno scritto a fornire una spiegazione più chiara su come saranno usati questi dati e di fare in modo che gli utenti conservino sempre il controllo sulle informazioni che appartengono loro. Se l’approccio non sarà modificato, l’ICO interverrà imponendo i cambiamenti che ritiene necessari. “Gli utenti devono sempre avere l’opzione di dire sì o no e di cambiare idea come e quando vogliono”, sostiene la Denham. “I consumatori meritano molta più informazione e protezione di questa. Facebook non può usare i dati senza il consenso”.
“WhatsApp ha una privacy policy che spiega in modo molto chiaro agli utenti come funziona il servizio e permette di scegliere come i dati vengono usati”, ha replicato un portavoce di Facebook. “Gli aggiornamenti che sono stati introdotti sono in linea con le leggi vigenti e le recenti linee guida dello UK Information Commissioner’s Office (ICO)”.
Facebook ha ribadito la sua disponibilità a collaborare con le autorità britanniche e di ogni altro Paese. Secondo TechCrunch, anzi, il social network avrebbe fermato la condivisione dei dati WhatsApp in altri mercati europei ma senza menzionare quali. Si potrebbe trattare di Germania e Spagna, dove i regolatori nazionali della privacy hanno chiesto un momentaneo alt per capire meglio la legittimità dell’approccio del social network.