IL RAPPORTO

La disruption digitale spaventa le imprese italiane: il 40% teme di scomparire

Ma il nostro Paese è meno timoroso di Svizzera, Olanda e Francia. E’ quanto emerge da una ricerca Vanson Bourne-Dell Technologies. A livello globale, quasi la metà dei business leader teme di non riuscire a prevedere l’evoluzione del proprio mercato. Telco e media i settori più maturi

Pubblicato il 09 Nov 2016

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Il 41% dei business leader in Italia pensa che la propria azienda diventerà obsoleta nei prossimi 3-5 anni. È quanto rileva la ricerca di Vanson Bourne, commissionata da Dell Technologies, che sottolinea i rischi legati alla rapidità dell’evoluzione digitale. La competizione delle startup nate nell’era digitale è considerato il primo fattore di rischio secondo i leader aziendali intervistati. Più preoccupati dell’Italia sono Svizzera (60%), Olanda (52%) e Francia (48%), mentre i manager più tranquilli sono quelli inglesi (32%). A livello mondiale, invece, circa la metà delle aziende non si ritiene in grado di prevedere l’evoluzione del proprio mercato nei prossimi tre anni, proprio a causa delle sfide imprevedibili portate dalla trasformazione digitale.

Quest’ultima “sta alterando in modo dirompente gli scenari economici e sociali a livello mondiale, deve essere percepita come un’opportunità di business, che permette alle aziende di essere più reattive sul mercato, riducendo i costi – commenta Marco Fanizzi, vp Dell Emc Enterprise -. Tutte quelle aziende che fino a ora hanno interpretato la trasformazione digitale come un paradigma tecnologico da applicare ai processi con un approccio totale, sono avviate verso percorsi di crescita solidi e sostenibili. Crediamo che si tratti di un passaggio obbligato per tutte quelle società che vogliono posizionarsi in modo sempre più distintivo nel proprio settore di riferimento nel corso dei prossimi anni”.

Il progresso della trasformazione digitale è stato, evidenzia il report, a dir poco irregolare. Alcune aziende hanno a malapena iniziato. Molti hanno adottato un approccio graduale. Solo una piccola minoranza ha quasi completato il passaggio verso il digitale. Appena una società su tre del panel sta facendo registrare buone prestazioni in quelli che sono i pilastri del business digitale. La stragrande maggioranza (73%) delle aziende a livello globale ammette che la trasformazione digitale potrebbe essere più diffusa all’interno dell’organizzazione.

C’è un dato dello studio che fa tuttavia ben sperare, ossia l’indice di maturità delle varie nazioni (in una scala da 1 a 100) rispetto alla trasformazione digitale stimato da Vanson Bourne. Ne emerge un quadro sorprendente, con l’Italia (punteggio 41-100) che si posiziona accanto a Paesi come gli USA (41-100) e sopra nazioni come UK (38-100) e la Svizzera (40-100).

Guidano la classifica di maturità, India (53-100), Brasile (50-100) e Messico (47-100), con la Germania (43-100) qualche gradino sotto. Sorprendono Cina (33-100) e Giappone (30-100) in fondo alla classifica. Anche per quanto riguarda la maturità dei diversi settori verticali, si vede una netta predominanza delle Telco (46-100) e del Media-Entertainment (45-100) rispetto a tutti gli altri, seguite da Manifattura (43-100) e Oil and gas (43-100). In fondo, settori come le Assicurazioni (41-100), la Sanità privata (39-100) e la Sanità pubblica (37-100).

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