E’ necessario lavorare per “costruire strumenti e una cultura per affrontare” le nuove tecnologie e la sharing economy. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo al forum di Confcommercio giovani imprenditori “L’impatto digitale sull’economia reale”.
“Dobbiamo costruire meccanismi capaci di governare questo cambiamento, strumenti che consentano di evitare speculazioni e sfruttamento ma in una dinamica del lavoro sufficientemente aperta”. Secondo il ministro infatti quando avvengono grandi cambiamenti tecnologici “non c’è niente da fare, è impossibile fermare l’acqua con la mano – ha detto – preferisco guardare prima all’opportunità: dobbiamo essere in grado di costruire delle buone modalità d’uso”.
D’altra parte Poletti ha sottolineato anche che “i tempi delle tecnologie sono clamorosamente più veloci dei cambiamenti sociali”, se si vuole fare una legge che regola queste materie infatti ci vogliono almeno tre anni, ha detto il ministro, quindi l’obiettivo deve essere quello di capire “come governare e gestire questi processi di cambiamento e non rincorrerne gli esiti”. Quanto infine ai posti di lavoro il ministro ha detto che nell’immediato un cambiamento profondo potrebbe portare più a bruciare posti di lavoro che a produrli ma nel lungo periodo sicuramente se si vede la platea generale possono aumentare.
Al Governo che è al lavoro su una normativa per il settore della share economy” i giovani imprenditori di Confcommercio chiedono “di incontrare le parti per condividere le scelte”. Chiediamo – dice il presidente, Alessandro Micheli – stesso mercato e stesse regole, nessuna protezione, nessuna difesa del fortino, ma norme per una competizione onesta e leale”. I giovani imprenditori di Confcommercio, che hanno dedicato un forum al tema dell’impatto digitale sull’economia reale, sottolineano come la sharing economy stia “creando oligopoli”, è un mercato che oggi “finisce in mano a questi grandi operatori. Sia chiaro che non facciamo una guerra a nessuno, gli è consentito fare questo” dice Micheli, sottolineando però che l’attuale situazione di mercato “sta sottraendo risorse al mercato, non produce occupazione, non produce ricchezza per il Paese e, soprattutto, tutte queste risorse vengono portate fuori dal Paese e non ritornano in alcun modo sul territorio”.