Con l’esplosione del traffico dati sulle reti mobili dovuto agli
smartphone e ai sempre più numerosi device connessi, la tecnologia
wireless 4G è attesa come grande panacea ai problemi di
congestione dei network degli operatori. Ma basterà davvero o non
dobbiamo già pensare a un 5G o addirittura a un 6G?
Se lo chiedono anche gli esperti e i manager dell’industria, come
ha dimostrato la recente Emerging technologies conference tenutasi
presso il Mit americano: i partecipanti concordano sul fatto che ci
vorrà molto più della tecnologia di prossima generazione per
tenere testa al boom del traffico dati. Insomma, il 4G non è
sufficiente a saziare la domanda.
"Il 4G è un gradino nell’evoluzione del wireless, ma sono
sicuro che ci saranno un 5G e un 6G un giorno", afferma il ceo
di Sprint, Dan Hesse. "Spero solo di non dover pagare anche
per queste reti, costruirle è molto costoso”. Sprint Nextel è
il primo operatore americano di telefonia cellulare a lanciare il
servizio di quarta generazione, usando il WiMax. Il secondo sarà
Verizon Wireless tramite la tecnologia concorrente, l’Lte.
Molti operatori mobili stanno ancora pagando per le reti 3G che
hanno costruito solo pochi anni fa e ora devono di nuovo aprire il
borsellino per passare al 4G: gli smartphone, come l’iPhone e i
telefoni Android, generano 30 volte più dati sulle reti wireless
rispetto ai tradizionali feature phone. Alcuni segmenti
industriali, come la sanità, che non hanno mai usato la tecnologia
mobile, improvvisamente stanno investendo in infrastrutture senza
fili e applicazioni per smartphone, spingendo ulteriormente la
domanda.
Attualmente la rete 3G riesce a trasportare la maggior parte dei
servizi messi a disposizione dai device mobili, ma la sua capacità
è al limite. E anche se il 4G promette download più veloci e
maggiore capacità, la crescita esponenziale dei dati significa che
gli operatori devono pensare in modo diverso a come costruiscono e
gestiscono i loro nuovi network. "Il 4G non è la
panacea," ribadisce Roger Entner, senior vice president di
Nielsen. "Si potranno verificare esattamente gli stessi
problemi che viviamo con il 3G. E’ solo una questione di tempo,
ma prima o poi arriveremo al limite anche della rete 4G”.
Sicuramente il 4G intanto renderà le reti degli operatori più
efficienti, e quindi in grado di servire più utenti o di far
viaggiare più dati, ma il problema per i carrier è anche un
altro: come spiega Jonathan Segel, executive director del Cto Group
di Alcatel-Lucent, aggiornare le reti e acquistare nuovo spettro
non è facile e ha un costo. "Aumentare semplicemente la
capacità senza controllare quanti dati gli utenti usano sulla rete
porterà al collasso della rete stessa", ha detto Segel.
"L’uso aumenterà fino a riempire tutta la capacità
disponibile”. La soluzione per il manager di Alu sembra evidente:
far pagare chi usa più dati o porre dei limiti all’utilizzo.
Insomma, quell’addio alle tariffe flat che sempre più telecom
mondiali cominciano a considerare.