GENERAZIONE HASHTAG

Cyberbullismo, Martusciello (Agcom): “Non riguarda solo i minori”

Il commissario dell’authority: “L’authority monitorerà con attenzione il percorso del disegno di legge ad hoc”

Pubblicato il 10 Nov 2016

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“Il termine bullismo rischia di essere addirittura riduttivo di fronte alla gravità degli eventi di cronaca recentemente accaduti: ritengo che allo stato attuale il termine cyberviolenza sia maggiormente esplicativo”. Lo ha detto Antonio Martusciello, commissario Agcom nel suo intervento al convegno “Generazione Hashtag. Gli adolescenti Dis-connessi, tra Cyberbullismo, Social e Scuola”, organizzato a Roma dall’Osservatorio nazionale Adolescenza.

Spesso si cade nella tentazione di vedere una correlazione fra uso dei social media e l’aumento di episodi di bullismo, ha detto Martusciello, ma “in realtà il bullismo è un fenomeno preesistente di cui il prefisso ‘cyber’ rappresenta solo una delle declinazioni possibili”. Si tratta di un fenomeno, quindi, secondo il commissario Agcom, “che non è da imputare al web in quanto tale, ma a variabili legate al contesto sociale”.

Martuciello ha poi sottolineato l’importanza, per prevenire e combattere questo fenomeno, della media education, un mezzo per comunicare anche con i giovani, ma non esclusivamente con loro: “Talvolta – ha continuato – siamo tentati di immaginare che il tema centrale sia unicamente la protezione dei minori, ma gli episodi della recente cronaca riguardano anche tante persone maggiorenni. Il che porta a concludere che il tema della media education sia centrale per la popolazione italiana nel suo complesso, poiché siamo tutti neofiti rispetto a tecnologie che si sono diffuse così di recente e in modo tanto repentino”.

Per tutelare i diritti fondamentali della persone, quindi, secondo Martusciello, sarà necessario “un intervento di rango primario”: “l’Agcom – ha concluso – monitorerà con attenzione gli esiti del percorso di approvazione del disegno di legge sul cyberbullismo che non si occuperà più solo di minori, ma più in generale di bullismo e adulti, inglobando fra l’altro nella definizione reati già perseguibili come la diffamazione e le ingiurie”.

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