Che i bambini giochino con i telefoni e i tablet di mamma e papà è sempre più una consuetudine, ma il fatto che – soprattutto i più piccoli – possano contare su device dedicati può essere utile sia dal punto di vista dell’apprendimento, sia da quello del “parental control” sui contenuti. E’ l’idea da cui sono partiti in Lisciani giochi per dare vita alla loro offerta di prodotti di nuova generazione, che tra anni fa è partita con i tablet “Mio Tab Laptop”, per bambini tra i 3 e gli 8 anni, per implementarsi nel 2015 con “Mio Phone”, per la fascia d’età trai 6 e i 12 anni, e arrivare quest’anno a un upgrade dei due device mobili e all’arrivo sul mercato di “Mio Amico robot”, un automa in grado di rispondere ai comandi vocali e interagire con i bambini. A parlare della nuova dimensione del mondo dei giochi con CorCom è Davide Lisciani, amministratore delegato dell’azienda.
Lisciani, la trasformazione digitale riguarda ormai anche i bambini e i loro giochi. Come avete ripensato la vostra offerta in conseguenza di questa “rivoluzione”?
La rivoluzione digitale si sta sviluppando da anni, ed è un fatto globale, non di singoli segmenti. Ciò che è cambiato è che mentre prima accedere all’informazione era più complicato, per i costi proibitivi e la difficoltà di utilizzo degli strumenti, oggi siamo di fronte alla massima semplicità di utilizzo, e a prodotti che sono diventai più accessibili economicamente. Questo ha contribuito all’esplosione del fenomeno. Il nostro lavoro non è semplicemente di realizzare un prodotto, ma soprattutto di creare contenuti per lo sviluppo e l’apprendimento dei bambini. La ludicità, secondo la nostra filosofia, è un elemento efficace: il nostro obiettivo è trovare il modo di trasmettere i nostri contenuti e fare in modo che i bambini possano apprendere in modo efficace divertendosi, con tutte le tecnologie possibili e disponibili: che siano libri, giochi cartonati, o gli ultimi strumenti mobile tipo i tablet e gli smatphone: tutto è utile per imparare.
Che impatto ha questo mutamento “culturale” sui giochi tradizionali da tavolo? Verranno soppiantati?
La risposta è evidente se consideriamo che l’azienda che più cresce al mondo è la Lego. Credo che non ci sia uno scenario secondo il quale il digitale sia destinato a sostituire l’analogico. Le due cose coesisteranno tranquillamente, perché certi dispositivi sono potenti, utili, ma rappresentano soltanto una parte delle esperienze utili ai bambini. Si fece questo discorso quando si iniziò a parlare di libri digitali, e si temeva che avrebbero soppiantato quelli cartacei. In realtà i libri digitali offrono importanti opportunità, ma i libri cartacei mantengono la loro importanza.
Come siete arrivati a definire le caratteristiche di MioPhone e MioTab?
Partiamo dall’osservazione che se un bambino di 10 anni può utilizzare in modo abbastanza consapevole i device dei propri genitori, se a fare la stessa cosa è un bambino di tre anni possono sorgere dei problemi. Proprio per i genitori cambia molto, perché in termini ad esempio di parental control o di adattamento tecnologico degli strumenti per le esigenze dei più piccoli. Così siamo arrivati all’idea di disegnare veri e propri percorsi di apprendimento, attraverso uno store dedicato con contenuti e app che i piccoli possono caricare e scaricare liberamente, con proposte che uniscono il gioco all’apprendimento: le app sono create appositamente per i bambini, con 500 titoli tra i quali scegliere e programmi didattici specifici.
Così arriviamo a Mio amico Robot. Quali sono le caratteristiche principali e le finalità educative?
I prodotti classificabili come robot per bambini che erano sul mercato fino a oggi non avevano interazioni vere, erano semplicemente delle macchine telecomandate. Con mio amico robot tutto questo cambia completamente. Il viso del robot è un tablet, attraverso il quale si può controllare e interagire anche con i comandi vocali se si è online. Abbiamo adottato per crearlo criteri di robotica, ed è possibile utilizzarlo anche per l’avviamento al coding. E’ di utilizzo molto semplice, perché è indirizzato ai bambini di età prescolare: la nostra idea è stata di non focalizzarci tanto sulle movimentazioni meccaniche, ma sull’interattività e sui contenuti interattivi. Così Mio robot è in grado di reagire agli stimoli, o ad esempio di raccontare favole.
Come avete dovuto cambiare la vostra azienda per specializzarvi anche in questo settore?
Essendo io ingegnere elettronico, diciamo che siamo partiti con un vantaggio. Ovviamente i cambiamenti sono stati tanti, e c’è stato bisogno di investimenti importanti. Ma più in generale cambia anche il modo di presentarsi sul mercato, perché questo genere di giochi sono mediamente più costosi di quelli “tradizionali”.