L’Harvard Business Review ha pubblicato i risultati di una survey che ha coinvolto aziende e responsabili IT di tutto il mondo. Da essa risulta che la maggior parte delle imprese incontra difficoltà a sostenere il ritmo dei cambiamenti digitali che interessano i loro business.
Citiamo questo studio perché è l’ultima testimonianza (campanello d’allarme?) sulle difficoltà dei manager a affrontare un’innovazione digitale che rischia di travolgere molte aziende, oggi magari in ottima forma.
Se l’indagine dell’Harvard Business Review fosse stata incentrata soltanto sull’Italia avremmo trovato probabilmente risultati ancora più allarmanti. Una recente indagine di Vanson Bourne mostra infatti che il 41% dei business leader italiani interpellati teme l’obsolescenza della propria azienda nei prossimi 3-5 anni, a causa della velocità dell’evoluzione tecnologica che trasforma i modelli di business e per la concorrenza dirompente che viene dalle start-up digital native.
Non si può pertanto dire che non ci sia consapevolezza dello scenario ribollente nel quale operano le imprese. C’è però un mare fra la percezione di rischi e opportunità offerti dal digitale e la conseguente effettiva trasformazione dei business, dei processi produttivi, dell’organizzazione interna con logiche Internet based, in particolare nei rapporti con fornitori e clienti in chiave di “ecosistema” dialogante.
Le difficoltà, in particolare, riguardano piccole e medie imprese, ossatura diffusa del sistema industriale e dei servizi italiano. Per loro la sfida è particolarmente difficile. Senza alternative: devono coglierla se non vogliono scomparire.
È fondamentale che il governo attui i piani di cablaggio sull’intero territorio nazionale: la banda ultralarga è una precondizione. Ma non va assolutamente persa neanche l’occasione di Industria 4.0. Su ciò la responsabilità principale spetta alle aziende. Il piano di Calenda offre una straordinaria opportunità di detassazione degli investimenti in innovazione.
Le imprese possono approfittarne per iniziare una trasformazione in ottica di business intrinsecamente digitale; oppure potrebbero limitarsi furbescamente ad incassare qualche vantaggio economico sfruttando l’inevitabile ambiguità della classificazione degli investimenti da detassare. La prima via può portare lontano; la seconda porta al nulla.