Sempre più startup si rivolgono al Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (Fgpmi), strumento governativo che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. Oltre 384milioni di euro di prestiti garanti dallo Stato sono stati erogati a più di 1200 giovani società innovative negli ultimi tre anni, come evidenzia il rapporto “Le startup innovative e il Fondo di Garanzia per le PMI”, aggiornato al 30 settembre.
Rapporto dal quale risulta che il tasso di sofferenza di queste imprese è vicino allo zero, ovvero che quasi tutte le startup restituiscono il dovuto. Da settembre 2013 a settembre 2016 le operazioni di finanziamento verso startup innovative garantite dal FGPMI sono state 1.987. Le startup innovative destinatarie di operazioni di finanziamento garantite dal Fondo sono risultate 1.239. L’importo totale dei finanziamenti verso le startup innovative garantiti dal FGPMI è di 490.398.993 euro. Dal 30 giugno 2016 si è registrato un incremento di operazioni di finanziamento avviate (+334), di startup innovative destinatarie (+203) e di importo dei finanziamenti (+72,41 milioni di euro). In calo l’entità del finanziamento medio (-6.064 euro). In testa alla classifica regionale per accesso al Fondo è la Lombardia.
Nel piano Industria 4.0 presentato a settembre dal governo è previsto il rifinanziamento del Fondo con 900 milioni di euro a fronte di un impegno da parte dei privati, quindi in questo caso delle banche, per 22 miliardi di euro. Tuttavia, con l’aumento delle richieste di prestiti, cominciano a comparire sul mercato comportamenti quando meno insoliti. Alcune startup raccontano di banche che pretenderebbero garanzie personali non solo sul 20% dell’importo richiesto, ma su tutto il 100%. Ma questo non dovrebbe succedere ai sensi Dm attuativo, il Fondo interviene solo a patto che non vengano richieste altre garanzie bancarie, finanziarie o assicurative. Ma alcuni istituti avrebbero trovato il modo per aggirare la norma