Un tribunale texano ha inflitto al gruppo di Steve Jobs una
maxi-multa da 625,5 milioni di dollari (oltre 450 milioni di euro)
per aver violato alcuni brevetti usati da Apple su iPod, iPhone e
nei pc Macintosh. La sanzione non preoccupa Apple, che può contare
su una liquidità superiore ai 36 miliardi di dollari, ma ha
implicazioni notevoli per l’intero settore dell’It, sempre più
in balia di tribunali e avvocati, come nota Milano Finanza.
L’inizio della vicenda risale al 1999, quando la Mirror Worlds di
David Gelernter brevettò alcune tecnologie per la gestione dei
files. Nove anni dopo, nel 2008, la Mirror Worlds citò in giudizio
la società di Cupertino, colpevole secondo Gelernter di aver
copiato i brevetti per mettere a punto le tecnologie Cover Flow
(sistema che permette di sfogliare i files e le copertine di
album), SpotLight (funzione di ricerca nel sistema operativo) e
TimeMachine (software di backup automatico dei dati).
La proposta di multa decisa dal giudice Leonard Davis apre nuove e
inquietanti prospettive per un settore, come quello It, spesso
minacciato da società o ricercatori che, ad anni di distanza,
citano in giudizio multinazionali per prodotti e servizi basati su
centinaia di brevetti e tecnologie. Da una parte, infatti,
l’ammontare proposto deriva dal cumulo della somma di 208,5
milioni per ogni brevetto violato, e dall’altra riconosce, come
voluto dalla Mirror Worlds, la volontarietà della violazione,
contrariamente a quanto accade di solito in questi casi.
Con un intervento d’urgenza Apple, il cui titolo non ha risentito
della vicenda, ha chiesto il congelamento del caso, invitando la
corte, riporta il New York Times, a valutare altre prove a favore
della non colpevolezza della società in almeno due brevetti su
tre, o almeno a non cumulare le sanzioni. Molti esperti hanno del
resto criticato l’entità della sentenza e pensano che sarà
probabilmente ridotta in modo significativo.