Quadro normativo certo e sussidiarietà pubblico-privato. E' la
ricetta francese per espandere le Ngn nel Paese spiegata da Jean
Ludovic Silicani, presidente de l'Arcep, in un'intervista a
la Gazette de Communes.
Silicani ricorda che "la legislazione comunitaria consente
l'intervento pubblico, come un servizio di interesse economico
generale. Ma le condizioni legali sono molto severe ed i progetti
sono soggetti ad autorizzazione da parte della Commissione
europea". In questo contesto la domanda da porsi è: dove
sarebbe l’interesse pubblico ad investire denaro in zone dove
già i privati sono pronti a finanziare le infrastrutture? E,
successivamente, cosa fare se un operatore privato ritiene che
l’area è redditizia e svilupperà una propria infrastruttura, in
concorrenza con la reti di intervento pubblico (Rip)?
"E' importante definire piani direttivi specifici e un
quadro regolamentare ad hoc – precisa Silicani -. L'Arcep sta
lavorando per garantire coerenza nella distribuzione delle reti e
un giusto livello di sussidiarietà". In altre parole
l'Agcom francese punta ad assicurare che l'iniziativa
privata non sia di ostacolo a quella pubblica e, dunque, ai bisogni
della comunità locali.
"Dopo la consultazione, a cui hanno partecipato anche gli enti
locali – ha aggiunto – ci siamo convinti a cambiare il metodo di
calcolo per la determinazione del prezzo di accesso ai canali di
France Telecom".
Per quanto riguarda, infine, i finanziamento, Silicani ha reso nota
la possibile ripartizione tra pubblico e privati. "Si stima
che servano fino a 25 miliardi di euro per coprire il territorio
con la fibra ottica. Ipotizziamo che, nei prossimi cinque anni, gli
investimenti privati sarebbero di circa 800 milioni di euro
all'anno, in media, 12 miliardi in 15 anni – conclude -. Quelli
pubblici potrebbero essere dello stesso ordine di grandezza: 200
milioni di euro all'anno potrebbero essere finanziate dal
governo e 200 milioni da parte dell'Unione europea Altri 400
milioni arriverebbero infine dalla autorità locali".