Telecom Argentina torna sotto il controllo degli italiani. Alle 23
ora italiana, l’amministratore delegato di Telecom Italia Franco
Bernabè si è recato alla Casa Rosada, sede della presidenza
dell’Argentina, insieme ai vertici di Telefonica – alla presenza
della stessa presidente Cristina Kirchner – per la sigla
dell’intesa che porta Telecom Italia a salire dal 50% al 58% di
Sofora, la holding di controllo di Telefonica Argentina.
Una bella soddisfazione per Franco Bernabé che ora si trova nella
condizione di poter consolidare le attività argentine migliorando
sensibilmente i ratios patrimoniali del gruppo e, dopo un biennio
di dismissioni, metterà una solida pietra verso una politica di
sviluppo. "Un risultato importante – è il commento a caldo
dell'Ad -. Grazie a questa intesa Telecom torna a essere una
società di Tlc normale" che può guardare alla crescitae non
solo alla riduzione del debito, e pensare al futuro "con meno
ansia e meno pathos".
I Werthein incassano un dollaro simbolico, ma soprattutto la
rinegoziazione dell'opzione call che avrebbe consentito a
Telecom di salire al 100%. Allo stesso tempo, Telecom accetta una
serie di impegni a tutela della concorrenza, visto che Telefonica,
azionista di Telecom attraverso Telco, è anche autonomamente
attiva in Argentina.
Si tratta di impegni, ha spiegato Bernabè, basati su un
"compromesso che è più stringente di quello assunto davanti
alle autorità brasiliane, con una esecutività più forte".
In particolare, Telefonica non potrà partecipare alle decisioni su
Telecom Argentina e questo dovrà essere scritto anche nello
statuto e nei patti parasociali dei soci Telco. In Telecom
Argentina, inoltre, verrà costituito un "Comitato di
conformità regolatoria" composto da membri non scelti da
Telecom che accerterà che non ci sia un cartello con Telefonica.
In pratica, quindi, all'azionista di minoranza Werthein
spetterà il compito di vigilare sugli impegni assunti.
Visibilmente soddisfatto, Bernabè ha parlato di accordo
"importante per due motivi: perché consente di ridare un
senso alla dimensione internazionale di Telecom Italia, che con il
Brasile adesso puó dire di avere una presenza in Sudamerica",
anche se ha aggiunto che non sono in vista integrazioni tra i due
asset; ma soprattutto "perché permette di consolidare senza
esborsi di denaro Telecom Argentina, consentendo di riportare i
parametri del debito su Mol a livello, non dico di normalità, ma
quasi".
L'ad non si è sbilanciato sui numeri, ma ha spiegato che se
Telecom Italia "avesse consolidato nel 2009 il rapporto
debito/ebitda sarebbe sceso da 2,9 a 2,7". Telecom Argentina,
infatti, è una società sana, senza debiti: ha una quota di
mercato del 47% nel fisso, del 35% nell'Adsl e del 31% nel
mobile. Nel 2009 ha registrato ricavi per 2,5 miliardi di euro e un
ebitda di circa 800 milioni di euro. Quanto a possibili operazioni
future, Bernabè si è limitato ad affermare: "Oggi siamo
soddisfatti così come stiamo", aggiungendo che 'in
prospettiva Telecom vuole continuare a ridurre il debito e il
contributo di Telecom Argentina può essere importante anche ai
fini delle agenzie di rating". Del resto, i Werthein hanno
già detto di non voler diluire la propria quota, anche se, hanno
aggiunto, 'siamo imprenditori…'.
Si chiude così una vicenda complessa e, fino a poco tempo fa,
dagli esiti incerti. Si sono infatti intrecciati gli interessi
della famiglia Werthein, azionista al 50% di Sofora, le ambizioni
politico-nazionalistiche del governo argentino, la trasparenza del
mercato (Telefonica, socia in Telco, controlla più di metà della
telefonia fissa argentina; l’altra fetta è di Telecom
Argentina), le interpretazioni legali che hanno dato vita ad un
nutrito contenzioso giudiziario che ha visto Telecom vincere in
più di un’occasione.
Tutto è cominciato un paio d’anni fa quando Telecom Italia ha
annunciato di volere esercitare la call option che aveva su tutta
la quota Sofora. I Werthein hanno denunciato il patto, supportati
anche dal governo argentino che voleva imporre a Telecom la
dismissione della propria quota, prendendo a pretesto la
partecipazione di Telefonica in Telco. Ne è nato un lunghissimo e
duro braccio di ferro. Che si concluderà fra poche ore con un
compromesso (Telecom avrà la maggioranza e Werthein resterà in
minoranza) che di fatto rappresenta una vittoria di Bernabè.
E non da poco: Telefonica Argentina non è più la società
indebitata e sull’orlo del default come 8 anni fa. Ha ripagato
quasi tutto il debito a inizio anni Novanta ed è sostanzialmente
risanata. Inoltre l'Argentina è "un Paese che offre
grandi opportunità e che sta crescendo molto – ha detto Bernabè
-: un Paese dove si è dimostrata la certezza del diritto e dove
sia il ruolo del governo che quello delle autorità giudiziarie
sono stati determinanti per far ripartire gli investimenti".
Dopo le vacche magre, per TI può annunciarsi l’ora della
crescita.