Diverse imprese tedesche hanno vietato ai propri dipendenti
l'uso dei social network, come Facebook, per il timore di
essere spiate ma anche per scongiurare un calo della produttività.
Fra i promotori del divieto ci sono Commerzbank, seconda banca del
Paese, e i big del settore auto Volkswagen e Porsche.
Altre aziende, come il numero uno tedesco per l'energia Eon, e
Linde, il produttore di gas industriali, hanno soltanto limitato
l'accesso a Facebook e YouTube su alcuni dei loro impianti
industriali. Oltre al timore di spionaggio industriale o di
sabotaggio informatico, alcune imprese, come il produttore di auto
Daimler, hanno ristretto l'accesso ai social network per timore
di un calo di produttività da parte dei loro dipendenti.
Il 56% delle imprese giustifica la necessità di limitare
l'accesso ad alcuni siti Internet per ragioni di sicurezza, il
30% ammette di non voler vedere i propri dipendenti passare il
tempo su internet, durante l'orario di lavoro. Lo rende noto un
sondaggio realizzato dalla società di sicurezza informatica
Clearswift.
In Italia, un paio di settimane la governatrice Renata Polverini,
su assist del ministro Brunetta, ha vietato l'accesso a
Facebook ai dipendenti della Regione Lazio: il 70% dei dipendenti
era costantemente collegata al social network durante le ore di
lavoro. Gli italiani, secondo stime recenti, sono al top in Europa
nella hit parade delle ore trascorse su Facebook: più di sei al
mese.