La gara ancora non c'è (e non ci sarà fino a tutto il 2011),
ma già si ipotecano gli incassi che ne deriveranno. I tre miliardi
che si stima potrebbe fruttare la messa a gara delle frequenze ex
televisive costituiranno parte della copertura di un
“milleproroghe bis”, un decreto legge da 7 miliardi che il
ministero dell’Economia potrebbe varare già prima di dicembre.
Le ulteriori risorse deriverebbero da rimodulazioni di spesa e dal
capitolo entrate. Ma sulla destinazione dei tre miliardi è già
contesa. Il nuovo ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, non vuole
che l'utilizzo dell'operazione frequenze vada in dote al
decreto e chiede gli 800 milioni per il digital divide, a suo tempo
previsti ma mai erogati, oltre alla copertura per la proroga dello
sconto fiscale del 55% per l'efficenza energetica degli edifici
(la misura scade a dicembre 2010).
Sull'asta delle frequenze torna a parlare il presidente di
Agcom. "C’è assoluto bisogno di frequenze per la rete
mobile. Alla luce della crescita esponenziale di traffico"
dice Corrado Calabrò a margine di un'audizione alla Camera
ribadendo l'opportunità di una rapida assegnazione del
dividendo digitale esterno, da tenere nel 2011, senza attendere il
2015 (la Commissione Ue parla del 2013).
"Tutti quanti gli operatori registrano una crescita di
servizi. I giovani li chiedono e gli operatori glieli forniscono,
il che dimostra che c'e' interattività fra domanda e
offerta”. Inoltre in Italia si registra la tendenza alla
navigazione su Internet tramite il mobile anziché il fisso,
“però le frequenze assolutamente non sono sufficienti".
“Già ora nelle ore di punta – dice Calabrò – abbiamo
intasamenti della rete che danno disservizi veramente
sgradevoli". E se il presidente di Telecom, Franco Bernabè,
ha recentemente affermato che non ci sono problemi, Calabrò
osserva che "in Gran Bretagna e in Germania già si sono
verificate queste cose. Da noi c'è una crescita esponenziale
maggiore che li'; una previsione ragionevole fa pensare che tra
poco saremo in quelle condizioni. Vogliamo arrivarci? Quanto tempo
ci vuole poi per ovviare? Io prevedo che possa verificarsi questo,
Bernabe' dice no ma – sostiene il presidente dell'Agcom –
sa benissimo che la rete viene soffocata da questa utilizzazione
veramente debordante".
La gara per l'assegnazione del dividendo digitale esterno e
delle frequenze occupate dal ministero della Difesa non si
concluderà in ogni caso "prima della fine dell'anno
prossimo". A stimarlo, in occasione della sua partecipazione a
un convegno organizzato dall'Aiip, è il commissario Agcom Enzo
Savarese.
Per il commissario liberare le frequenze destinate alle
telecomunicazioni "è importante, ma è altrettanto importante
non cercare solo di fare cassa". Sul tema del dividendo
digitale da mettere a gara Agcom aprirà entro l’anno una
consultazione pubblica. "In Italia – ha ricordato Savarese –
ci sono le tv private che premono per le frequenze, mentre le telco
vorrebbero utilizzarle per aumentare il loro potenziale, offrendo
servizi come quello Lte".