Internet delle cose: 16 miliardi di device always on

La stima è a firma di Analysys Mason che la ritiene “prudente”. Nel 2020 circa sei apparecchi in Rete per ciascun utente

Pubblicato il 02 Nov 2010

L'Internet delle cose è un mercato ancora agli albori ma
destinato a grande crescita anche a livello consumer: includerà
quasi 16 miliardi di device che si possono connettere tra loro in
tutto il mondo entro il 2020, secondo il nuovo studio “Internet
3.0: the Internet of things” realizzato da Analysys Mason.

“Sedici miliardi di terminali consumer che si possono connettere
entro il 2020 potrebbe addirittura essere una stima
conservativa”, afferma Jim Morrish, Principal analyst di Analysys
Mason e autore del report. “Tenendo conto della difficoltà di
prevedere come evolveranno le nuove tecnologie di qui a dieci anni,
pensiamo che sia realistico pensare a un massimo di 44 miliardi di
device e a un minimo di 6 miliardi”. Si tratta di una media
mondiale compresa tra 0,8 e 5,8 apparecchi per ogni persona tra
dieci anni.

Le radici dell’emergente mercato della Internet delle cose
risiedono nei sistemi industriali machine-to-machine (M2M). Poiché
i prezzi degli apparati di comunicazione M2M sono scesi, i
produttori hanno installato la tecnologia in un numero crescente di
modelli di contatori intelligenti per l’energia per il mercato
consumer (i cosidetti “smart meter”) e hanno iniziato a
inserirla in una serie di elettrodomestici, nelle automobili e nei
sistemi di sicurezza.

Il consumatore potrà gestire le sue cose interconnesse tipicamente
attraverso uno smartphone, prevede la società di analisi. Dietro
il cellulare si nasconderanno funzioni di aggregazione e filtro, di
gestione e controllo. “La possibile conseguenza immediata della
Internet delle cose è la generazione di un'enorme quantità di
dati”, sottolinea Morrish. “In un ipotetico ambiente di
Internet delle cose, ogni oggetto fisico, ma anche molti oggetti
virtuali, potrebbero avere una copia virtuale ‘in the cloud’,
che potrebbe generare aggiornamenti regolari”.

L’Internet delle cose deve ancora assumere i contorni di una
proposta per il mercato di massa, conclude l’analista, ma nei
prossimi anni saranno disponibili sempre più tecnologie e
strumenti per mettere a punto l'Internet delle cose, con prezzi
sempre più convenienti; compito dell’industria sarà non solo
cercare economie di scala ma anche “confezionare” le tecnologie
in modo user-friendly.

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