Sempre più domotica nella casa degli italiani, tanto che oggi quasi il 60% degli immobili di nuova costruzione ha perlomeno un elemento di automazione destinato in particolare al risparmio delle spese domestiche. Lo rende noto l’Ufficio Studi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), che ha analizzato le abitazioni di 700mila annunci italiani pubblicati sul suo sito. A fronte di una spesa iniziale che, a seconda di quanto si voglia automatizzare può variare da 10mila a 50mila euro, il risparmio sulla bolletta può arrivare fino al 20%.
Secondo Carlo Giordano, amministratore delegato di Gruppo Immobiliare.it, "anche nelle ricerche di immobili l’automazione di base o avanzata ha un’importanza sempre maggiore. A livello nazionale il 22% degli utenti la considera una caratteristica molto importante o indispensabile. Nelle grandi città, in cui la vita è più frenetica e il tempo da dedicare alla case è meno, si arriva addirittura al 33%".
L’automatizzazione degli ambienti del vivere quotidiano comprende elementi di domotica di base – si va dalla climatizzazione ai sistemi d’apertura e di chiusura automatica di porte, finestre, tapparelle e tende da sole – ed elementi più complessi (e quindi più costosi): parliamo di antifurti e strumenti di telesorveglianza, di coordinamento per il funzionamento degli elettrodomestici e per la distribuzione dell’energia elettrica, anche in caso di emergenza.
La domotica di base rappresenta il 43% delle automazioni sul territorio nazionale, mentre quella avanzata arriva al 16%. Ancora maggiori sono i numeri delle grandi città, dove se la domotica avanzata è presente nel 18% degli immobili di nuova costruzione quella di base è presente nel 45%. Ancora meglio nelle metropoli del Nord Italia, dove le percentuali salgono rispettivamente al 21% e al 49%.
La regione italiana più domotica, secondo l’analisi di Immobiliare.it, è il Trentino Alto Adige, dove il 78% degli immobili di nuova costruzione ha almeno un elemento di domotica di base o avanzata. A seguire si trovano la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%).
Il Sud, invece, è ancora molto lontano dal poter vantare una giusta proporzione di immobili “intelligenti”. Solo la Sardegna supera a fatica il 15%, mentre tutte le altre aree del meridione hanno percentuali molto basse, con i picchi negativi della Basilicata (7%) e della Sicilia (11%).