LA VERTENZA

Almaviva Contact reintegra 153 ex lavoratori di Roma. Ma a Catania

L’azienda ha invitato gli addetti a presentarsi nella sede di Misterbianco il prossimo 24 novembre alle 9 del mattino. La Slc: “Governo blocchi i trasferimenti”

Pubblicato il 20 Nov 2017

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Gli ex lavoratori licenziati del call center Almaviva Contact di Roma rientreranno al lavoro, come ha ordinato il tribunale di Roma, nella sede di Catania. L’azienda ha invitato i 153 addetti a presentarsi nella sede di Misterbianco il prossimo 24 novembre alle 9 del mattino. Secondo al Slc Cgil si tratta del’ennesima “scelta sbagliata dell’azienda”.

A Roma Almaviva Contact ha appena preso una commessa da Gse, il gestore dei servizi energetici controllato dal ministero dell’Economia, ma in quell’appalto – stando a quanto risulta a Corcom- non sono utilizzabili i 153 perché si occuperanno di gestire il servizio i lavoratori del precedente appalto, in applicazione della clausola sociale.  Nella sede milanese, invece, non ci sono spazid+ i manovra, perché in lì si è evitato in extremis il trasferimento a Rende in Calabria dei 65 addetti. L’unica sede possbile resta dunque Catania.

“Nella vicenda Almaviva sembra non esserci fine all’arroganza e alla protervia da parte dell’azienda. Dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma che, accertando la condotta ritorsiva dell’azienda, ha annullato 153 licenziamenti ordinando la reintegra dei lavoratori, Almaviva ha immediatamente reagito trasferendo le persone presso la sede di Catania – dice il segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio, Riccardo Saccone – Dopo la bocciatura dei licenziamenti, l’azienda prova quindi la strada dei trasferimenti per rappresaglia. Ci chiediamo davvero cosa aspetti il Governo a intervenire per fermare questo ennesimo scempio intimando all’azienda di fermarsi una buona volta e ritirare questo atto di arroganza”.

Cosa faranno i lavoratori? La decisione spetta ai singoli. Chi rinuncerà alla reintegra potrà contare su un’indennità sostitutiva della reintegrazione pari a 15 mensilità, più le procedure attivate dall’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, per ricollocare i lavoratori in altre imprese. A breve sarà perfezionata l’intesa che prevede sgravi contributivi fino a 8.000 euro l’anno proprio per chi assume i lavoratori ex Almaviva di Roma.

L’Ue intanto ha stanziato aiuti per 3.347.370 euro per sostenere nella ricerca di un nuovo impiego i 1.610 lavoratori licenziati nelle sede di Roma da Almaviva Contact . La proposta, che aveva ricevuto il via libera della commissione Bilanci,  è stata approvata martedì dalla Plenaria del Parlamento con 579 voti a favore, 79 contrari e 15 astensioni.

Il co-finanziamento, mobilitato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), andrà ad integrare le altre misure adottate dalle autorità italiane che includono l’aiuto nella ricerca di un nuovo impiego, la formazione professionale e il rimborso dei costi di mobilità. Dei 1.610 lavoratori che soddisfano i requisiti per ricevere gli aiuti UE, il 79% sono donne, la maggior parte delle quali un’età compresa tra i 30 e i 55 anni.

Ai lavoratori licenziati vengono offerte diverse forme di supporto come il sostegno per la creazione di nuove imprese, l’assistenza nella ricerca di un posto di lavoro, l’orientamento professionale e vari tipi di formazione. Nella maggior parte dei casi, le autorità nazionali avviano le misure e successivamente, quando la domanda di aiuti viene approvata, l’Ue rimborsa loro i costi.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione contribuisce a creare pacchetti di servizi su misura per aiutare i lavoratori licenziati a trovare un nuovo impiego. Il suo tetto di spesa annuo è di 150 milioni di euro.

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