Certificati medici digitali, superato il giro di boa

Al 56% la quota dei documenti trasmessi all’Inps. Al 90% la percentuale dei medici dotati di Pin. Tavolo Fimmg-software house sulle criticità legate all’utilizzo delle piattaforme

Pubblicato il 17 Nov 2010

Continua a crescere il numero dei Web-certificati. A fine ottobre
la quota di quelli digitali trasmessi all’Inps ha raggiunto il
56% del totale a fronte del 20% registrato ad agosto e il 45% di
settembre. Il trend positivo è confermato anche dalle prime stime
di novembre: Palazzo Vidoni prevede una quota del 57%.
Secondo i dati forniti dall’Inps, nell’ultima settimana i
certificati trasmessi via web sono stati circa 160.000 (di cui
oltre 37.000 nelle ultime 24 ore), con un volume medio di invii
giornalieri di oltre 22.500 unità. Complessivamente i certificati
inviati con il nuovo sistema ammontano a 1.566.097 unità.

A livello territoriale, il flusso dei certificati di malattia
online risulta così distribuito: 628.438 in Lombardia, 208.529 nel
Lazio, 122.285 in Veneto, 86.220 in Campania, 82.370 in Sicilia,
80.411 in Emilia Romagna, 63.185 nelle Marche, 39.473 in Piemonte,
37.311 in Puglia, 34.981 in Abruzzo, 31.826 nella Provincia di
Bolzano, 29.884 in Calabria, 29.340 in Toscana, 17.127 nella
Provincia di Trento, 16.864 in Liguria, 13.929 in Sardegna, 12.793
in Umbria, 12.640 in Basilicata, 6.825 in Valle d’Aosta, 6.399 in
Friuli Venezia Giulia, 5.267 in Molise.

Elevata anche la media regionale dei medici di famiglia abilitati
ad accedere al nuovo sistema, ormai prossima al 90%. Il processo di
distribuzione dei Pin a questi ultimi è infatti terminato in
Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia (già
abilitati alla nuova procedura tramite Carta nazionale dei servizi)
e in Valle d’Aosta. L’operazione è di fatto conclusa in
Veneto, Provincia di Bolzano, Marche, Basilicata, Campania,
Calabria, Umbria, Piemonte e Sardegna, dove la percentuale dei
medici di famiglia abilitati è compresa tra il 91 e il 98%. Tale
percentuale oscilla tra il 70 e il 90% in Abruzzo, Puglia, Lazio,
Sicilia, Provincia di Trento e Molise. Ancora indietro la Liguria,
ferma al 46%.

Intanto le associazioni di rappresentanza dei medici di medicina
generale si rimboccano le maniche per affrontare costi e oneri
organizzativi legati al passaggio al sistema informatizzato in
primis l’adeguamento dei collegamenti telematici e degli gli
applicativi degli studi medici e il rinnovo del parco macchine
hardware. A questo proposito la Fimmg ha quindi deciso di invitare
oggi a un tavolo tutti i produttori di programmi per la medicina
generale per cercare una soluzione a questi problemi.

“La Fimmg si impegna a farsi carico di individuare ed
eventualmente contrattualizzare i requisiti che devono avere i
programmi informatici utilizzati dai medici di famiglia – ha
annunciato al termine dell’incontro il segretario nazionale del
sindacato, Giacomo Milillo – anche per rispondere efficacemente a
quanto previsto dagli accordi nazionali e regionali”.
L’associazione di è impegnata infine a proporre un documento da
condividere con i soggetti presenti al tavolo per definire
obiettivi comuni e regole nella programmazione e assistenza dei
software utilizzati dalla medicina generale.

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