La sfida IT delle assicurazioni

Pubblicato il 25 Feb 2009

L’attuale situazione sembra favorire i progetti per la gestione
del rischio, con i conseguenti impatti in area IT. La tendenza
riguarda tutti i settori, ma soprattutto il mondo finance e, in
particolare, le assicurazioni. “La crisi impone di razionalizzare
e aumentare il controllo sui processi, per poter disporre di
maggior liquidità”, sostiene Filomena Genovese project manager
di Netconsulting. Le compagnie assicurative, colpite già prima
della bufera internazionale dalla riduzione della raccolta,
soprattutto nel ramo vita (- 8% nel 2008 secondo le stime) per
effetto dell’insuccesso della riforma previdenziale sembrano
intenzionate a cogliere le opportunità di business che possono
derivare dalle normative di prossima introduzione. È il caso
dell’istituzione di una funzione compliance (regolamento 20 di
Isvap), che deve verificare che processi e procedure interne siano
coerenti con la normativa vigente, e della normativa europea
Solvency II. Quest’ultima, che rappresenta per le assicurazioni
l’equivalente di Basilea II per le banche, è basata sul
principio di collegare dinamicamente il capitale all’evoluzione
dei livelli di rischio. Oltre a realizzare una maggiore protezione
degli assicurati, si propone di armonizzare gli standard europei e
le riserve tecniche, migliorare la conoscenza dei rischi e
aumentare trasparenza, promuovere un uso più efficiente del
capitale.
La conferma della strategicità dei progetti, viene da
un’indagine svolta da Netconsulting dove solo il 10% del top
management delle assicurazioni intervistate interpreta
l’adeguamento a Solvency II come un mero adempimento normativo,
mentre oltre il 50% lo considera esclusivamente un’opportunità
di business. Si prevede un elevato impatto sulle aziende,
soprattutto su organizzazione e risk management, ma in terza
posizione si colloca l’IT. Si prevedono in particolare interventi
su Datawarehouse e Business Intelligence (60%), l’introduzione di
sistemi per il controllo del rischio (50%), interventi sui sistemi
di reporting (40%). Analoghe le aree IT di intervento come
conseguenza dei progetti di compliance, come conferma Massimo
Mamino, docente di informatica all’Università Cattolica di
Milano e senior analyst presso il Cetif – Centro di Ricerca su
Tecnologie, Innovazione e servizi Finanziari dell’Università
Cattolica di Milano – che ha appena rilasciato uno studio, dove si
sintetizza il lavoro che ha coinvolto le principali compagnie.
“L’evoluzione delle infrastrutture informatiche è
indispensabile per l’attività di pre-assessment, ossia
l’analisi di impatto delle normative sui processi, per
l’automazione delle attività di compliance propriamente dette,
che consistono nei controlli sull’aderenza alle norme e nelle
verifiche ex-post sull’efficacia dei controlli predisposti, e
,infine, per la registrazione delle attività nel database generale
a cui il risk manager attinge per valutare il capitale da
accantonare”, sottolinea Mamino. Diversi i tempi per i due
progetti. Compliance è in vigore del primo gennaio di quest’anno
ma per ora ci si è limitati a identificare i modelli organizzativi
e al più a istituire la funzione e indicarne il responsabile. Ma
le autorità di controllo hanno una certa tolleranza visto che,
“si tratta di processi lunghi, al di là dell’attivazione, per
la messa a regime e la predisposizione delle infrastrutture
informatiche”, puntualizza Mamino. Per Solvency II, la cui
entrata in vigore è stata rinviata dal 2010 al 2012, le
assicurazioni, superata l’analisi della normativa, ora operano
sul livello organizzativo, con il coinvolgimento di società di
consulenza strategica e organizzativa.
Il momento delle soluzioni informatiche, che vedrà coinvolti
system integrator, software vendor globali e specializzati
nell’ambito del risk management e della Business Intelligenc ,
arriverà verso fine anno. Interessanti opportunità si prospettano
soprattutto per gli operatori che hanno sviluppato esperienze con
Basilea II.

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