Etno: crisi e incertezze normative ostacolano il cammino delle telco

Nel primo Etno Annual Economic Report il punto sullo stato dell’arte del settore. Il direttore Bartholomew: “Nonostante le difficoltà gli operatori continuano a investire, ma per garantire il futuro servono un quadro regolatorio ad hoc e politiche governative di sostegno”

Pubblicato il 19 Nov 2010

Gli investimenti delle aziende telecom stentano a ripartire a causa
della crisi economica e dell’incertezza normativa. Secondo il
primo Etno annual economic report, realizzato insieme a Idate, le
entrate totali del settore telecom in Europa sono scese del 2,2%
nel 2009 e gli investimenti sono calati del 6,4% rispetto al 2008.
Le prime stime per il 2010 rilevano che il revenue aggregato è
ancora in diminuzione ma a un ritmo più lento (un calo inferiore
all’1%), mentre gli investimenti sono rimasti allo stesso livello
del 2009.

Il settore telecom ha comunque mostrato una miglior resistenza alla
crisi rispetto ad altri segmenti dell’industria Ict e
all’economia in generale (il Pil europeo ha perso il 2,9% nel
2009) e l’Etno ricorda che i suoi membri rappresentano due terzi
del totale (il 65%) degli investimenti del settore, inclusi quelli
nelle nuove reti ultra-veloci.

“Nonostante la crisi economica, i membri dell’Etno continuano a
destinare una parte significativa del loro giro d’affari (il 12%,
in media) agli investimenti e anzi rappresentano i principali
investitori in reti e servizi, contribuendo attivamente agli
obiettivi della Digital Agenda europea”, commenta il direttore
dell’Etno Michael Bartholomew.

“Crisi a parte, i mercati telecom risentono anche di cambiamenti
strutturali come la perdita di revenue nel business voce, la
crescita dei guadagni nei nuovi servizi e la rapida diffusione dei
contenuti online e delle applicazioni di social networking”,
aggiunge Didier Pouillot, capo della Telecoms economics practice di
Idate.

“In questo contesto pieno di sfide è essenziale che il quadro
regolatorio e le politiche governative siano disegnate in modo da
incoraggiare gli investimenti rischiosi e permettere lo sviluppo di
nuovi modelli di business”, continua Bartholomew.

Interessanti anche i dati sulla penetrazione della banda larga: è
aumentata del 9% in Europa lo scorso anno, ma lo studio dell’Etno
mette in luce come il numero di case raggiunte dalle nuove reti
ultraveloci cresca a rilento perché gli operatori tendono a
incoraggiare i consumatori a usare le connessioni high speed
esistenti piuttosto che a creare nuove reti. Continua poi il
declino della telefonia fissa (-5%), mentre è boom per
l’utilizzo dei servizi VoIp, cresciuti del 638% negli ultimi
cinque anni in Europa.

L’Annual economic report dell’Etno fornisce anche un resoconto
del contributo apportato dai membri dell’Etno ai principali
obiettivi della Digital Agenda for Europe. Lo studio individua
nell’e-health, nelle soluzioni per aiutare anziani e disabili a
vivere in modo autonomo e nelle applicazioni per smart energy i
nuovi trend più importanti.

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