Alcuni progetti industriali messi in campo da Telecom Italia non
sarebbero coerenti con l’accordo del 4 agosto. A denunciarlo
l’Slc-Cgil secondo cui “da più parti giungono segnali evidenti
di una palese contraddizione tra lo sforzo che una parte
dell’azienda fa per rispettare l’accordo del 4 Agosto (accordo
che ha evitato oltre 6800 licenziamenti puntando su riconversioni
professionali e reinternalizzazioni ndr), in particolare gli
addetti alle relazioni industriali, e diversi alti dirigenti
operativi di Telecom Italia che continuano con una politica di
esternalizzazioni e di impoverimento industriale dell’azienda.
Riprendere una politica di esternalizzazione di attività per
quanto riguarda la rete, i customer o l’informatica
contraddirebbe gli accordi sottoscritti e violerebbe palesemente lo
spirito e l’articolato che sottintendono gli stessi contratti di
solidarietà”.
“In base all’accordo del 4 Agosto – si legge nella nota della
Segreteria Nazionale – dovrebbero diminuire i volumi di attività
di customer care dati all’esterno, eppure attraverso la
controllata Telecontact che continua a “gonfiarsi di attività”
Telecom e attraverso una sempre più marcata politica di
delocalizzazioni non vorremo nei prossimi mesi scoprire che nel
futuro vi sarà meno lavoro nei customer interni. Stesso discorso
per quanto riguarda le attività di rete: per un progetto di
riorganizzazione che come Sindacato riusciamo a bloccare (per
esempio Dream, ecc.), non vorremo che ve ne fossero decine allo
studio e su cui il sindacato e le Rsu sono tenuti
all’oscuro”.
“E’ evidente – conclude la nota di Slc-Cgil – che
riposizionare un’azienda su un modello organizzativo dove quasi
trentamila lavoratori sono in solidarietà, con più rigidità (non
vi è più la possibilità di ricorrere sistematicamente agli
straordinari, ecc.), non è compito facile che si può realizzare
in pochi giorni. Gli stessi “capi” devono imparare a gestire
ora una sfida difficile e complessa, impegnandosi nella gestione e
valorizzazione delle proprie risorse. Ma tutto ciò non può essere
un alibi per lasciare solo alla contrattazione sindacale permanente
(che ovviamente non ci spaventa) o alla buona volontà di qualche
dirigente, la corretta applicazione degli accordi sindacali
sottoscritti. Come Slc-Cgil non lo permetteremo”.
“Infine per quanto riguardano le diverse voci sugli spostamenti
dei dirigenti, che produrrebbero impatti organizzativi anche sugli
altri lavoratori della staff, forse sarebbe più importante che il
management di Telecom Italia si preoccupasse di ridurre premi e
canvas facendo partecipare tutti, a partire da chi guadagna di
più, ai sacrifici e alla scommessa di rilancio. Al riguardo
sarebbe opportuna una presa di posizione ufficiale dell’azienda e
che Telecom informi subito il sindacato al fine di evitare che
eventuali scelte contraddicessero lo spirito dell’accordo”.