Si chiude decisamente in bellezza il 2010 di Almaviva. Il più
grosso colpo messo a segno quest’anno, ma non l’unico, è senza
dubbio la gara Fs da 1,365 miliardi che vede Almaviva- Tsf in pole
position con una quota del 63% nella cordata partecipata da Telecom
Italia, Ansaldo Sts (con il 13,50 a testa) ed Engineering (10%). Il
“gruppo” italiano si è aggiudicato l’appalto con
un’offerta da 856,8 milioni “Abbiamo applicato uno sconto sulle
tariffe che però non modifica il valore complessivo della gara: Fs
ha la facoltà di assegnarci lavoro fino alla cifra stabilita dal
bando”, puntualizza Marco Tripi, Ad del Gruppo Almaviva,
quarantunenne figlio del presidente Alberto Tripi.
Tripi, il 2010 è stato importante.
Sì, lo è stato.
Partiamo dal bilancio.
Abbiamo chiuso l’anno fiscale 2009-2010 (a settembre, ndr) con un
fatturato per circa 730 milioni e un Mol di circa 77. Negli ultimi
quattro anni siamo cresciuti ad un ritmo di circa il 7% e
continueremo a crescere.
L’appalto con Fs quanto inciderà sul
business?
È una commessa molto importante, ma ci tengo a precisare che più
che il valore in sé è determinante poter ragionare sul lungo
periodo. Il valore del contratto è di sette anni (con opzione di
rinnovo per ulteriori due, ndr) e ciò ci permette di proiettare il
futuro del business con maggiore stabilità. Inoltre con questo
appalto intendiamo rafforzarci nel segmento Transportation. Per
portare avanti i progetti accelereremo la produttività interna e
valorizzeremo le risorse con crescente incidenza
sull’innovazione.
Le risorse: assumerete ancora?
Negli ultimi 18 mesi abbiamo assunto in Italia circa 1000 persone.
E dal 2000 a oggi siamo l’azienda che ha assunto più di tutti.
Continueremo a rafforzare la squadra sia nell’ambito IT sia Crm:
su quest’ultimo fronte abbiamo accordi con i sindacati per
integrare 800 interinali con contratti a tempo indeterminato.
Puntate molto sull’estero.
Sì. Stiamo rafforzando le attività nei mercati che consideriamo a
più elevato tasso di crescita e opportunità di business e il
Brasile rappresenta senza dubbio la punta di diamante. Il solo
mercato dei contact center vale circa 3 miliardi di euro. Per un
termine di paragone quello italiano vale circa 800 milioni. In
Brasile siamo fra i 10 top player ma la nostraquota di mercato di
appena il 2%: quindi le possibilità di crescita sono enormi e non
solo nel segmento Crm. La controllata Almawave, specializzata in
business intelligence, sta firmando i primi contratti in questi
giorni, a dimostrazione che il mercato brasiliano offre molte
opportunità. Abbiamo inoltre inaugurato la filiale cinese in jv al
50% con la società governativa Ccid.
Il 2011 che anno sarà?
Il mercato dei servizi IT registra una flessione del 10% e nel 2011
non andrà meglio. Anzi, prevediamo un acuirsi dei problemi. E
questo vale anche per il Crm.
Quali problemi in particolare?
Quello delle tariffe di mercato è il più grave. Siamo sotto il
costo del lavoro. E se il Crm vive da anni in questo stato ora
anche per l’IT siamo in piena stagione di gare e appalti al
ribasso. Non è un caso se molte stanno chiudendo. Gli effetti
della crisi già di per sé sono stati devastanti per il comparto.
Nel solo Crm si sono persi 20mila posti di lavoro. E l’IT è in
seria difficoltà. Eppure si continua a sottovalutare il ruolo
dell’innovazione anche, ad esempio, per dare una soluzione al
problema del Mezzogiorno. E ora ci si mette anche l’instabilità
di governo a peggiorare la situazione. Per non parlare delle enormi
difficoltà a livello locale: c’è bisogno di interlocutori
chiari e competenti. Solo per farle un esempio: avevamo in
programma l’apertura di un grosso centro di R&S in Sicilia, in
grado di dare lavoro a centinaia di professionisti. Non ci siamo
riusciti a causa della mancanza di intelocutori seri. Stiamo
provando in Campania e guardiamo con interesse alla Puglia. Ma
ribadisco c’è bisogno di governanti “illuminati” e di un
sistema bancario che aiuti le imprese sane protese
all’innovazione.