Banche sprecone di carta. Digitale usato al 9%

Abi Lab rileva che si producono 5,7 miliardi di “fogli” l’anno

Pubblicato il 05 Mar 2009

Sono 5,7 miliardi i documenti cartacei prodotti dalle banche ogni
anno per comunicare con clienti e dipendenti. Pari a quattro
volte la superficie di Parigi, costano al settore 105 milioni di
euro l’anno. È questa la fotografia scattata  dal studio
“Gestione documentale in banca” effettuato dal Abi Lab, il
consorzio Ricerca e lo Sviluppo delle Tecnologie per la Banca
dell’Abi, che ha mappato 104 documenti erogati dagli oltre
30mila sportelli, distinguendoli in due grandi categorie: i
“documenti di sportello”, attraverso i  quali la banca
comunica con i clienti, e i “documenti interni”, ossia quelli
utilizzati dalla filiale per comunicare coi dipendenti e la
documentazione contabile, legale e societaria della banca.
 

Nello specifico Abi Lab rileva che la maggior parte dei
“documenti di sportello”, ovvero l’84%, riguarda le
operazioni di incasso e pagamento, dai bonifici agli assegni
passando per la contabilità di addebito e accredito in conto
corrente. Di questi, circa il 60% nasce su carta, mentre il
restante 40% viene stampato nelle fasi successive alla
produzione. Tra i documenti più stampati ci sono la contabilità
di addebito e accredito (oltre 28mila fogli per sportello), la
distinta di versamento (oltre 12mila), l’avviso di ritiro
effetti (quasi 11mila) e l’assegno troncato dei corrispondenti
(circa 7,2mila). Nettamente inferiori, invece, i volumi di carta
delle altre categorie: documenti di conto corrente (9%), deposito
titoli (4%), credito (2%), documenti “generici” (1%). Per
quanto riguarda invece i costi lo studio distingue fra costi
“esterni”, relativi alla gestione logistica, al deposito e
alla spedizione, che ammontano a 105 milioni di euro l’anno
(oltre 3mila euro l’anno per ogni sportello), da quelli legati
all’acquisto della carta che ammontano a 20 milioni di euro
l’anno.
 

“Le banche sono uno dei settori più legati alla carta sia sul
fronte della produzione sia sul versante della conservazione – 
spiega il presidente di Abi Lab, Domenico Santececca -. In questo
senso le recenti evoluzioni normative introdotte dalla legge
2/2009 semplificano notevolmente le procedure di
digitalizzazione,  aprendo una nuova frontiera alla gestione
documentale”. Come a dire che il futuro passa per la
digitalizzazione. Che, però, ad oggi interessa solo il 9% dei
documenti. Tra i più informatizzati ci sono i documenti dove non
è necessaria la firma del cliente: il foglio informativo, gli
estratti conto di conto corrente, deposito titoli e carte di
credito e i documenti di sintesi che rappresentano il 60% del
totale, mentre la categoria degli incassi e pagamenti, che
produce ogni anno oltre 100 mila documenti per sportello, è la
meno digitalizzata (21%). “Digitalizzare significa migliorare i
processi operativi riducendo i costi – conclude Santececca -. In
questa direzione, ora che le tecnologie sono consolidate e il
quadro normativo è completo, la nascita di una banca senza carta
è sempre più a portata di mano”.

 

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