Dopo un anno di attesa sono maturi i tempi per vedere all'opera
Chrome OS, il nuovo sistema operativo di Google. La compagnia di
Mountain View ha convocato la stampa per domani a un evento
dedicato a Chrome, nome che identifica sia il browser di
navigazione, sia il sistema operativo annunciato nel novembre del
2009.
Secondo la stampa online specializzata domani Google potrebbe
svelare il primo netbook equipaggiato con Chrome OS. Il sistema
operativo è dedicato ai piccoli computer low-cost pensati per
navigare in rete. Google aveva promesso che una serie di partner
tra cui Hp, Asus e Toshiba avrebbero portato sul mercato i netbook
con Chrome OS in tempo per questo Natale.
Lo sviluppo del sistema operativo ha però subito dei ritardi.
Stando al sito Engadget, che cita diverse fonti, Chrome OS non è
ancora giunto a una versione definitiva e i netbook disponibili
saranno inizialmente solo 65 mila, destinati ad "amici e
familiari" di Google. Sempre secondo le indiscrezioni, domani
Google potrebbe presentare il suo negozio di applicazioni, parte
integrante del sistema operativo. Lo store sarà sul browser
Chrome, che continua a guadagnare quote di mercato.
In base alle ultime rilevazioni di Net Applications, il browser a
novembre ha superato per la prima volta il 9% di market share
mondiale rispetto al 5% di gennaio. Nei giorni scorsi Google ha
rilasciato l'ultima versione di Chrome, la 8, che supporta le
future applicazioni web.
Sul fronte degli e-book, parte la sfida di Google ad Amazon e al
suo Kindle. Il motore di ricerca ha aperto oggi il suo negozio di
libri elettronici, si chiama Google eBooks e non Google edition,
online all'indirizzo books.google.com. E' visibile in
streaming e compatibile con iPad.
''Riteniamo che si tratti della più grande libreria di
e-book del mondo – ha detto la portavoce di Google, Jeannie Hornung
– Includendo i libri gratuiti, ci sono oltre tre milioni di
titoli''. Gli utenti potranno scaricare libri elettronici
provvisti di software anti-pirateria su diversi tipi di lettori,
realizzati da Sony e altre compagnie, ma il Kindle, il lettore
prodotto da Aamazon non e' nella lista degli apparecchi
''Google-friendly''.
I libri si potranno comunque leggere anche on-line, evitando dunque
l'utilizzo (e l'acquisto) del lettore, che negli Stati
Uniti, tuttavia, sta prendendo sempre piu' piede.
Si calcola che dai 3,7 milioni di e-book reader venduti alla fine
di quest'anno si salirà a 10,3 milioni alla fine del 2011 e a
29,4 milioni nel 2015.
Conosciuto in precedenza con il nome di Google Editions, Google
eBooks è una piattaforma per la vendita di libri elettronici che
permette ad autori ed editori di raggiungere nuovi lettori per i
propri libri e ai lettori di trovare, acquistare, e leggere libri
attraverso la maggior parte dei dispositivi. Google sta lavorando
per introdurre il nuovo servizio anche in altri paesi nel 2011.
Tramite Google eBooks i lettori possono scoprire e acquistare libri
dal Google eBookstore o da uno dei rivenditori indipendenti nostri
partner. I Google eBook vengono conservati nella biblioteca online
dell'utente tanto che vengano acquistati da Google quanto da
uno dei rivenditori online.
Con Google eBooks, è possibile leggere i libri su diversi
dispositivi: dai laptop ai netbook, ai tablet, agli smartphone fino
ai lettori di ebook. Il nuovo eBooks Web Reader di Google offre la
possibilità di comperare, archiviare e leggere i Google eBooks in
un'ottica cloud. Questo significa che si può accedere ai
propri ebook come se si accedesse ai messaggi in Gmail –
utilizzando un account Google gratuito e protetto da password, con
possibilità illimitate d’archiviazione di ebook.
Google eBooks funzionerà anche su dispositivi Android e Apple
attraverso applicazioni gratuite. Per molti testi, è possibile
selezionare il tipo di carattere, la sua dimensione, la modalità
di lettura giorno/notte e l'interlinea.
Dal 2004, primo annuncio del servizio da parte del motore di
ricerca, Google ha digitalizzato più di 15 milioni di libri di
oltre 35.000 editori, provenienti da oltre 40 biblioteche, da oltre
100 paesi e in più di 400 lingue.
Non è andata in porto, intanto, la proposta da oltre 5 miliardi
di dollari presentata da Google per acquistare il servizio online
di marketing per negozi locali Groupon: le due parti hanno
interrotto le trattative venerdì, come riporta il Wall Street
Journal. L’offerta del colosso della Internet search aveva
generato un intenso dibattito all’interno del cda della stessa
Groupon la scorsa settimana, i cui membri non erano tutti convinti
che convenisse accettare la proposta. L’azienda ha dichiarato di
voler rimanere indipendente e di essere aperta a un’Ipo nel
futuro.
Google aveva messo sul piatto 5,3 miliardi di dollari per Groupon,
secondo quanto riportato nei giorni scorsi da AllThingsD, ed era
disposta a spendere altri 700 milioni di dollari se la società
acquisita raggiungeva alcuni obiettivi di performance. Fonti vicine
ai negoziati dicono che anche Yahoo era interessata a comprare
Groupon.
Il potenziale accordo con Google è stato oggetto di dibattito fin
dall’inizio tra analisti e imprenditori della Silicon Valley. Il
modello di Groupon, che si fonda sul business dell’advertising
online locale e la distribuzione di buoni sconto, può essere
replicato con successo, hanno argomentato alcuni; altri hanno
obiettato che fondere le due culture, quella di Google e quella di
Groupon, sarebbe stato problematico. E mentre alcuni analisti hanno
definito eccessiva la cifra offerta da Big G, altri, mentre
approvano la strategia di Google tesa a conquistarsi una fetta di
un mercato in rapida crescita, non pensano che per perseguirla il
colosso di Mountain View abbia necessariamente bisogno del sito dei
coupon.
“Le valutazioni di alcune start-up sono in crescita”, nota
Augie Ray, analista di Forrester Research, sentito dal Financial
Times. “Sono valutazioni basate per lo più su speculazioni:
queste aziende non hanno una lunga storia che ne provi la solidità
finanziaria”. Tuttavia, molte di queste start-up dimostrano poi
di avere un modello di business valido, aggiunge Ray.
Stabilire il vero valore di Groupon non è facile, conferma Youssef
Squali, analista di Jefferies, ma si può partire dalla
considerazione che le revenues della società quest’anno
dovrebbero aggirarsi tra 500 milioni e 2 miliardi di dollari.
Quanto al significato strategico del potenziale ingresso di Google
nel mercato online della pubblicità locale, “si tratta di un
settore ancora non coperto da Google”, afferma Squali. Ma Google
non ha bisogno di Groupon per entrare nel business del “local”,
sostiene Sucharita Mulpuru, analista di Forrester: “Groupon non
ha nulla che Google non possa costruirsi da sola o alleandosi con
uno dei tanti rivali di Groupon, che tra l’altro costano molto
meno”.