Un’adozione su larga scala del cloud computing potrebbe produrre
per le cinque principali economie dell’Unione europea benefici
economici indiretti complessivi di 280 miliardi di euro entro il
2015 e creare, indotto compreso, fino a 2,4 milioni di nuovi posti
di lavoro. Lo afferma uno studio realizzato dal Cebr (Centre for
economics and business research) e commissionato da Emc, il colosso
del data storage e delle soluzioni It che fornisce anche servizi
cloud.
Le aziende attive nel settore sono convinte che il 2011 sarà
l’anno del cloud computing, in cui la tecnologia diventerà
mainstream, anche se gli esperti mettono in guardia sui suoi
effetti “dirompenti” sul business che potrebbero causare forti
“delusioni”. "Niente uccide di più un nuovo trend
tecnologico di una scarsa user experience", sostiene Damian
Saunders di Citrix.
Il cloud trasforma l’information technology in una utility,
consumata esattamente come l’elettricità, spiega Chuck Hollis,
Cto di Emc. Il cloud computing, hanno dimostrato diversi studi,
aiuta le aziende a ridurre i costi dell’It e della bolletta
dell’energia. Trasferire i servizi sulla nuvola richiede tuttavia
una trasformazione non solo tecnica ma anche culturale.
Il report del Cebr suggerisce che la rapida adozione dei servizi
sulla “nuvola” “li renderà gradualmente meno cari, perché
si creeranno economie di scala; intanto i servizi diventeranno più
maturi". Le stime contenute nello studio sono soggette a
elementi variabili, avvertono al Cebr, ma la previsione è che
entro il 2015 le cinque maggiori economie dell’Unione europea –
Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna – potrebbero
produrre ciascuna 177,3 miliardi di euro in più e generare 466.000
nuovi posti di lavoro ogni anno.
In particolare, il Cebr sostiene che l’implementazione diffusa
del cloud computing nelle aziende genererà ogni anno, entro il
2015, 49,6 miliardi per la Germania, 37,4 miliardi per la Francia,
35,1 miliardi per l’Italia, 30 per la Gran Bretagna, 25,2 per la
Spagna.
Il Cebr ritiene che il cloud computing sarà un importante stimolo
per la crescita, la competitività e la creazione di opportunità
di business nell’Eurozona. Potrà aiutare la ripresa economica
del nostro continente e fornire all’Ue nuove armi per affrontare
la concorrenza delle economie emergenti. Il maggior beneficio
arriverà dalle cloud private: entro il 2015 il Cebr prevede che
133 miliardi di euro – il 75% del beneficio economico totale di
177,3 miliardi in quell’anno – sarà rappresentato dai modelli
di nuvola non pubblici.
Saunders di Citrix avverte però che le aziende dovranno impegnarsi
per rendere il cloud computing user-friendly, altrimenti anche le
previsioni più ottimistiche, comprese quele del Cebr, non avranno
alcun valore.