E' in programma per venerdì l'audizione in Agcom di
Vodafone in merito ai tagli alle tariffe di terminazione mobile
previsti dal nuovo listino messo a punto dall'Authority.
"Dietro la spinta della Ue l'Agcom ha iniziato un percorso
di livellamento delle tariffe di terminazione, che tra un paio
d'anni arriveranno a 4,5 cent per tutti eliminando quella che
ormai appare una distorsione del mercato (oggi vengono riconosciuti
11 cent per Tre, 7,2 cent per Wind, 6,6 per Vodafone e Tim). Ma si
parla anche di tagli fino a 3 cent, il 33% in meno rispetto ai 4,5
cent ai quali si dovrebbe arrivare nel 2012 e oltre il 60% in meno
sulla media attuale. Venerdì l'Agcom darà il via a questo
processo, facendo propria la Raccomandazione della Commissione Ue
del maggio 2009, con i primi effetti a partire dalla metà del
2011, quando inizierà la partita sul fisso”, si legge in un
articolo a firma di Daniele Lepido pubblicato oggi sul Sole
24Ore.
Ma tariffe meno ricche significano meno ricavi per operatori come
Vodafone e Tre, che hanno il loro business centrale nei cellulari,
impossibilitati a "compensare" nel fisso come invece
possono fare Telecom e Fastweb.
Vodafone ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio una
“nella quale vengono trattati diversi argomenti, con citazione
delle tariffe di terminazione per le quali si auspica, tra le
righe, un loro mantenimento ai livelli attuali in un momento in cui
il ettore sta investendo”, si legge nell'articolo a firma di
Daniele Lepido pubblicato oggi sul Sole 24Ore.
“Quella lettera è un atto dovuto per avere certezza del quadro
di riferimento per il settore delle telecomunicazioni in vista
della pianificazione degli investimenti per l'asta sulle
frequenze. Nulla a che fare con una eventuale nostra non
partecipazione all'asta”.
“La lettera – prosegue Vodafone – è indirizzata al governo e
ne è stata portata a conoscenza l'Agcom, perché come è
avvenuto nel 2000 per l'asta Umts in cui furono stabilite le
condizioni per l'ingresso degli operatori virtuali, gli
importanti investimenti delle frequenze devono essere accompagnati
da un quadro certo e sostenibile per l'intero settore. Quindi
ha un valore di politica industriale”.
L'altra partita riguarda Tre Italia che gode, rispetto agli
altri gestori, di tariffe di terminazione più alte, pari a 11
cent, che sarebbero dovute abbassarsi a 9 cent dal primo luglio. Un
taglio mai avvenuto perché la società ha fatto ricorso prima al
Tar del Lazio e poi si è appellata al Consiglio di Stato,
ottenendo una sospensiva che ha mantenuto gli 11 cent. “Lo scorso
6 dicembre – conclude il Sole 24 Ore – tuttavia, sempre il Tar ha
espresso il proprio giudizio di merito, contrario al mantenimento
degli 11 cent e mettendo teoricamente Vincenzo Novari nelle
condizioni di rifondere gli altri operatori, che negli scorsi sei
mesi hanno continuato a corrispondergli 11 cent anziché 9, per un
conto complessivo di 30 milioni”. Interpellata dal quotidiano
finanziario Tre ha dichiarato che farà appello.