Addio alla tastiera, touch e voice nell’hi-tech del futuro

Microsoft traccia le linee su cui si svilupperà il mercato: in pole anche i social network e lo sviluppo dei mini-dispositivi. Jovane: “Device più efficienti grazie all’integrazione con l’uomo”

Pubblicato il 10 Gen 2011

Interfaccia naturale (ovvero i gesti che sostituiscono telecomando
o tastiera), i social network, il cloud computing e lo sviluppo dei
piccoli dispositivi (come gli attuali smartphone). Sono queste-
secondo gli esperti di Microsoft – le quattro grandi linee sulle
quali si svilupperà il mercato tecnologico del futuro.

In occasione del Ces di Las Vegas Steve Clayton, ex responsabile
della Cloud Strategy di Redmond e oggi coordinatore dei lavori di
tutte le unit del gruppo, ha sottolineato che sono in cantiere
tantissime innovazioni. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è
di rendere la tecnologia invisibile. Ci sono molte interessanti
opportunità in settori come la speech technology, la tecnologia
legata al riconoscimento vocale, ancora agli albori. Nella casa
intelligente, ad esempio, si accenderanno automaticamente luci,
musica e tv, in funzione di chi entra, riconoscendo la voce di lui
o di lei, che ovviamente hanno gusti ed esigenze diverse”.

Che l'interfaccia naturale sarà una delle grandi direzioni del
futuro, ne è convinto anche Pietro Scott Jovane, amministratore
delegato di Microsoft Italia, secondo cui “i dispositivi saranno
sempre più intelligenti ed efficienti grazie ad una sempre
maggiore integrazione con l'uomo, come avviene già con Kinect,
la soluzione da abbinare alla Xbox 360 per sostituire i joystick
con semplici gesti catturati da una serie di telecamerine”.

A fare il punto sulla nuvola, invece, è stato Giancarlo Capitani,
Ad e presidente di NetConsulting. “Il cloud computing è oggetto
di un'attenzione crescente da parte non solo delle grandi
imprese ma anche delle Pmi che ne colgono i vantaggi sia in termini
di accessibilità, che di minori costi e migliori risultati. Il
cloud potrà consentire all'Italia di recuperare una parte
consistente dei ritardi nei confronti di altri grandi Paesi”.

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