Delibera Agcom sulle Ngn Decina: “Banda larga a rischio stallo”

Secondo il professore le nuove regole dell’Authority sulla rete di nuova generazione scontentano tutti. Gli Olo volevano l’unbundling e non l’hanno ottenuto, l’ex monopolista invece dovrà attrezzare un’offerta bitstream, che potrebbe portarlo a rivedere architettura e piano investimenti

Pubblicato il 21 Gen 2011

"Il rischio è che si possa creare una situazione di stallo,
in cui tutti gli operatori sono incentivati a mantenere lo status
quo".
Lo ha detto a proposito delle regole dell’Agcom sulla nuova rete
Ngn Maurizio Decina, professore di telecomunicazioni al Politecnico
di Milano, in un'intervista a Milano Finanza. Regole che
secondo il professor Decina scontentano tutti: i concorrenti di
Telecom, che volevano l’unbundling (il prezzo pagato dai
concorrenti per il passaggio sulla rete in rame) ma non l’hanno
ottenuto. L’ex monopolista, che dovrà attrezzare un’offerta
bitstream, che potrebbe portarlo a rivedere l’architettura di
rete e gli investimenti. Infine “il tavolo tecnico guidato da
Francesco Vatalaro, chiuso tra le polemiche.

"Il provvedimento (dell’Agcom sulla ngn, ndr) rischia di
deludere sia le aspettative di Telecom sia quelle dei suoi
concorrenti – dice Decina – Le regole sono importanti, sia per
l’ex monopolista che per gli altri operatori. Telecom Italia, ma
anche gli Olo, hanno la necessità di minimizzare il rischio dei
nuovi investimenti e difendere quelli già fatti. Sia la rete in
rame sia i sistemi di unbundling sono asset importanti, difficili
da dismettere senza prospettive attraenti per la nuova competizione
su reti in fibra ottica".

Secondo il professore le regole dell’Authority non danno queste
prospettive. “Prendiamo gli operatori alternativi. L’Autorità
ha stabilito che potranno ottenere l’unbundling solo dal 2013 e
limitatamente alle aree dove non c’è competizione tra
infrastrutture. Inoltre la delibera propone che Telecom sia
obbligata a fornire questo servizio presso un punto di
concentrazione, ossia un punto intermedio tra la centrale e
l’edificio dove sono i clienti. Gli operatori alternativi
volevano invece che l’unbundling partisse dalla
centrale".

"Per Telecom – spiega Decina – è previsto l’obbligo
immediato di fornitura su tutto il territorio nazionale di servizi
bitstream agli altri operatori. I servizi bitstream dovrebbero
comprendere tutti i profili di banda necessari a replicare le
offerte al dettaglio dell’ex monopolista. Inoltre, per il pricing
del bitstream nelle aree senza competizione tra infrastrutture,
l’Autorità indica l’orientamento al costo più un risk
premium, almeno fino alla verifica della garanzia di condizioni di
equality of access. Su questo punto sono convinto ci sarà una
forte opposizione da parte di Telecom Italia, ma forse anche da
parte di altri operatori infrastrutturali”, conclude il
professore.

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